AVEZZANO. Ha abitato nello stesso quartiere di Carrie Bradshaw. Ha vissuto un’esperienza alla Andy di “Il diavolo veste Prada”. Ha varcato la soglia del tempio sacro del giornalismo di moda, la redazione newyorkese di Vogue.
Ha incontrato attori famosissimi e lavorato con stylist di fama internazionale.
È glamour, straordinariamente femminile ed elegante. Potrebbe sembrare il personaggio di una commedia americana e invece è al 100% made in Italy. Ingegnere e blogger, originaria della Marsica, Silvia Perrotta, ogni giorno incanta, in rete, centinaia di lettori sul suo blog Glamyng (www.glamyng.com). Aperto per parlare di sé, dei suoi gusti, della sua moda, dei viaggi che ha fatto e di quelli che farà, del design e di tutto quanto altro adora.
E' anche su Twitter, Facebook e Instagram.
Originaria di Celano, Perrotta vive tra la Marsica e Roma, ma ha sempre la valigia pronta per iniziare un viaggio verso i luoghi in cui la porteranno passione, interessi e lavoro.
Ingegnere, sì. Ma con una smisurata passione per la moda. E così qualche tempo fa ha messo da parte il suo lavoro qui in Italia ed è volata a New York, inseguendo la passione di una vita che ha preso il sopravvento su tutto.
Poi è tornata in Italia e ha ripreso a lavorare come ingegnere, senza però tralasciare quello che ormai non era più un hobby o un semplice interesse. E qui arriva il blog Glamyng, una finestra aperta sul mondo, fatta di luce, passerelle, look e bellezza.
Glamyng e tanto altro, nell’intervista rilasciata da Silvia Perrotta, ad Avezzano Informa.
Ci parli della sua passione per la moda. È iniziata già da prima che si iscrivesse all'università? E se sì come mai non ha scelto di seguirla da subito e si è invece iscritta alla facoltà di ingegneria?
Bella domanda, anch'io spesso me la pongo. Scherzo, anche se solo in parte. La passione per la moda credo sia comune a molte donne, sin da adolescenti. Certo, il fatto di poterla trasformare in un lavoro è tutt'altra cosa. Importante è nascere nel contesto giusto per acquisire questa certezza il prima possibile. Non nascere in una grande città, in cui poter entrare a contatto con svariate realtà, diverse opportunità, non mi ha probabilmente permesso di sviluppare a pieno la consapevolezza di quale fosse il lavoro più adatto a me.
È per questo che ha scelto ingegneria?
A dire il vero ancora oggi non saprei dare una risposta, perché le mie passioni sono molteplici. Mi sono iscritta ad ingegneria perché in quel momento mi allettava l'idea di poter progettare qualcosa e perché mi piaceva, e mi piace tutt'ora, affrontare le sfide difficili. Il mio trasferimento a Roma, durante gli anni universitari, è stato fondamentale per conoscere realtà diverse e soprattutto persone con professioni che fino ad allora mi erano sconosciute.
Passare da Celano a Roma, dunque, è stato un importante passo in avanti?
Sappiamo tutti quanto siano importanti gli stimoli esterni: la grande città, i primi viaggi all'estero, gli incontri, la consapevolezza di riuscire a capire ciò che ci fa stare veramente bene. Tutto questo mi ha riportato, pian piano, alla mia passione per la moda, con una visione diversa da quella adolescenziale. Certo, ci sono stati degli anni in cui ero profondamente indecisa se iscrivermi o no in qualche corso specifico. La facoltà di ingegneria assorbiva la gran parte del mio tempo, insieme ad altri interessi come lo sport, senza mai trascurare, ovviamente, gli amici e il divertimento, che in quegli anni è fondamentale.
Quindi ho dato priorità alla laurea, al lavoro e solo dopo qualche anno sono tornata alla mia passione.
E così si è iscritta a un corso di moda.
Sì! Un giorno, mentre ero davanti al pc, sono capitata sul sito web dello Ied (Istituto Europeo di Design) ed è stata un’autentica folgorazione. Mi sono immediatamente iscritta a un corso di styling ed editing di moda.
E poi, un’altra importante svolta.
Proprio così. Alcuni mesi dopo, spinta da un impeto di pazzia, o meglio, di sana follia, ho deciso di fare qualcosa di diverso. Studiare è importante, ma l’esperienza mi ha insegnato che a volte si impara veramente solo buttandosi sul campo. La crisi nel lavoro cominciava a sentirsi, gli impegni lavorativi diminuivano, quindi ho preso una pausa dalla mia professione e sono partita per New York.
Com’è stata l’avventura di un’abruzzese nella Grande Mela?
L'Abruzzese è arrivata a New York senza conoscere anima viva. Un amico italiano mi ha dato un contatto di un suo amico americano a cui ho scritto un’email chiedendogli se mi ospitava qualche giorno, il tempo di ambientarmi e di trovare una mia sistemazione.
Sono piombata lì, ho vissuto tre settimane nel quartiere di Harlem, in un appartamento che condividevo con Pablo, indiano d'America, e Fabiano, un ragazzo brasiliano. La nostra casa era sempre piena di sudamericani, fantastici. Mi hanno fatto conoscere la parte sudamericana della città più internazionale al mondo.
Qualche settimana dopo mi sono trasferita nell'Upper East Side, il quartiere residenziale dove viveva anche la famosa Carrie di "Sex and the city", nell'appartamento di un’amica italiana che non vedevo da anni e che ho scoperto vivesse a New York, solo mentre anche io ero lì.
Ho vissuto anche nel quartiere di Chelsea, insomma ho girato un po’. Per i primi mesi ho frequentato, al mattino, una scuola di inglese, un’esperienza che mi ha fatto conoscere una marea di gente. Nella mia classe eravamo 35 persone di 32 nazionalità diverse, ovviamente 3 italiani!
Ho lavorato in un ristorante nel quartiere di Tribeca, direi uno dei più belli di Manhattan. Anche lì ho conosciuto tantissima gente, tanti manager di ristoranti, molti italiani, e incontrato tanti attori di Hollywood come Robert De Niro ed Harvey Keitel.
Solo dopo qualche mese ho iniziato a lavorare come stylist. Direi una delle esperienze più belle della mia vita. Vivere a New York, partecipare a grandiosi set fotografici, con stylist, fotografi e modelle di fama mondiale, i party negli alberghi, nei loft.
Per non parlare poi di quando sono arrivata negli uffici di Vogue! Avete presente il film "Il Diavolo veste Prada"? Il primo giorno dentro quell'ufficio, al non ricordo che piano di un mega grattacielo, sapete cosa mi hanno fatto fare? Mi hanno portata in una stanza piena di vestiti. Stavo svenendo. Li avrei voluti tutti. Invece mi hanno dato un ferro da stiro e mi hanno detto di stirare.
Ora stirare non è complicato, ma quando devi farlo su abiti di svariate migliaia di dollari, incute una certa ansia.
Che dire? Quella città sarà per sempre nel mio cuore, proprio per questo ho programmato di tornarci questo inverno, per un paio di mesi. Vorrei dare al mio blog un’impronta più internazionale. Vediamo se i conti torneranno!
Come mai, una volta tornata in Italia, non si è dedicata completamente alla moda, ma ha ripreso anche l'attività di ingegnere? C'è qualcosa che accomuna questi due mondi che sembrano così lontani?
Tornata da New York sono stata impegnata, come ingegnere, in svariate pratiche tecniche riguardanti la ricostruzione degli edifici danneggiati dal sisma del 6 aprile 2009 che ha colpito L'Aquila e provincia. Un lavoro duro ed impegnativo che ha assorbito completamente due interi anni della mia vita. E comunque nulla accomuna i due lavori, sono imparagonabili. Ma il blog è stata una "boccata di aria fresca" dopo due anni professionalmente complicati.
Come concilia il lavoro da ingegnere con quello di fashion blogger? E, a proposito, fashion blogger le sembra una definizione corretta per descriverla?
Conciliare il blog con il mio mestiere non è affatto semplice, ma ci provo. Alcuni giorni mi dedico totalmente ad un lavoro ed altri a entrambi. Mi aiuta molto il fatto di essere una libera professionista e quindi di non dover rendere conto a un capo o a orari d'ufficio.
Se il mio sito trattasse solo di moda sarebbe corretto definirmi una fashion blogger, cioè una persona che ama la moda, che non deve essere necessariamente professionista del settore, che propone dei propri outfit al pubblico che la segue, che parla di eventi correlati a quel settore, che propone interviste anche se non è una giornalista, che fa viaggi per andare a vedere le sfilate in giro per il mondo e scrivere e documentare con le foto ciò che vede. Quando poi si diventa "famosa", la fashion blogger si trasforma in una vera e propria campagna pubblicitaria vivente, soprattutto per i tanti brand che tramite lei sponsorizzano i propri prodotti, arrivando al pubblico in maniera molto più diretta e diversa rispetto alle forme pubblicitarie a cui si era abituati in passato.
Io, in verità, non mi considero ancora una fashion blogger, direi più solo una blogger, considerando il fatto che nel blog tratto anche altri argomenti. Vedrete man mano ci saranno delle novità.
Quando è iniziata l’avventura del blog?
Il blog è on line dallo scorso maggio. Abbiamo, però, iniziato a lavoraci, parlo al plurale perché in questa avventura ho coinvolto anche il fotografo Francesco Scipioni, dal mese di marzo.
Ci racconta qualcosa del suo sodalizio artistico con il talentuoso fotografo?
L'incontro con Francesco è stato prezioso. Tutti lo conoscevano tranne me. Quando ci siamo parlati la prima volta e gli ho proposto il progetto, non ha esitato un attimo ad accettare. Magari se gli facessi nuovamente ora la proposta, non accetterebbe con la stessa velocità! Il lavoro è molto impegnativo per entrambi, non è un gioco o un hobby. Tutti e due stiamo investendo molte delle nostre risorse. Francesco è un fotografo molto bravo, come voi stessi potete constatare dalle foto (non tenendo conto del soggetto principale: la sottoscritta!). Quello che spero per lui è che diventi sempre più conosciuto in ogni angolo sperduto di questo mondo. Vorrei iniziare a viaggiare per il blog e, se lui avrà la pazienza di starmi dietro, credo che riusciremo a raggiungere dei buoni ed inaspettati risultati. Certo i sacrifici saranno tanti, ma per arrivare alle vere soddisfazioni questa è l'unica strada.
Maria Caterina De Blasis
Nella gallery le foto di Silvia Perrotta scattate da Francesco Scipioni