AVEZZANO. Sono state tre le piazze marsicane, Avezzano, Magliano dei Marsi e Civitella Roveto, che hanno aderito alla campagna “Terremoto io non rischio”. Durante l’iniziativa è stato distribuito del materiale informativo sulle possibili misure per ridurre il rischio sismico e sensibilizzare i cittadini ad informarsi sul livello di pericolosità del proprio territorio.
Serafino Montaldi, presidente Anpas Abruzzo, ha voluto mettere nero su bianco le impressioni di questa due giorni di prevenzione:
“Siamo qui a raccontare di una giornata dedicata alla prevenzione sismica, di una manifestazione e una missione che ha suscitato in noi particolari pensieri, rialimentando quei ricordi e quelle emozioni che credevamo di aver ormai messo dentro un cassetto…quel cassetto aperto il 6 aprile 2009 che non si è ancora chiuso, e forse mai lo sarà!
Al momento dell’incarico, arrivato direttamente dal Dipartimento di Protezione Civile, abbiamo avuto circa 20 secondi di tentennamento, dovuti dalla consapevolezza della difficoltà di trattare questi temi, in una città come quella de L’Aquila che, più di tutti, ha sofferto di questa “cosa” e le cui ferite sono tutt’altro che rimarginate.
Questo sentimento di dolore, misto all’emozione forte che solo il ricordo di quella mattina causa, è stato anche l’elemento scatenante, che ci ha portato da prima ad accettare il mandato e poi a rimboccarci le maniche e trovare le risoluzioni a quelle problematiche che una manifestazione del genere comporta, a maggior ragione se organizzata in 44 ore e se la città è la nostra amata L’Aquila.
Abbiamo agito con determinazione e con un lavoro di team, che ci ha portati a raggiungere i risultati che non avremmo immaginato neanche lontanamente… come se quanto siamo andati a fare fosse stato accuratamente studiato e calcolato dal più sagace dei registi che fa del lieto fine l’asse portante del suo lavoro!
Volevamo rendervi partecipi di questo bel risultato all’indomani della chiusura della manifestazione, ma francamente non ci credevamo neanche noi… e invece è tutto vero! In questo splendido lavoro di team sono emersi due fattori, determinanti per il risultato finale e che, miscelati insieme, hanno raddoppiato la loro forza. Il primo sentimento è dato dal brivido che calpestando quelle strade rafforza il nostro senso di appartenenza a questa città e al suo dramma… dentro di noi, siamo un po’ tutti Aquilani. Noi volontari Anpas abbiamo tutti un angoletto di cuore che pulsa emozioni, passioni e voglia di fare. Beh questa è stata la miscela che ha fatto si che oggi siamo qui a raccontare di fatti, luoghi, persone e prevenzione!
Il nostro ringraziamento va alle autorità cittadine che si sono messe a nostra completa disposizione, al dipartimento, ad Anpas nazionale alle associazioni abruzzesi, ma soprattutto va a loro: volontari di una pasta speciale…
Vogliamo portare all’attenzione dei lettori le associazioni che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione, infatti a L’Aquila sono stati presenti volontari che venivano da tutta la regione attraverso il comitato regionale Anpas Abruzzo (responsabile della piazza), che ha ben operato attraverso associazioni dell’Aquilano e del Teramano:
Croce Bianca di Teramo (TE), Croce Verde Villa Rosa (TE), CorpoVol. Protezione Civile Gran Sasso D’Italia di Morro D’Oro (TE), Croce Verde Civitella Roveto (AQ), PROS Pineto (TE), Gruppo Volontari Magliano dei Marsi (AQ), Psicologi per i Popoli (AQ), Gran Sasso Soccorso S. Stefano di Sessanio (AQ) e Pubblica Assistenza Montereale (AQ).
Durante la maratona, dedicata alla prevenzione, si sono alternati in piazza ben 9 volontari comunicatori formati attraverso un protocollo del Dpc. La popolazione ha risposto molto bene all’iniziativa, nella quale abbiamo sostenuto ben 330 colloqui/interviste per un totale di 1000 persone che si sono avvicinate ai nostri stand. Molte sono state le osservazioni e le domande, tra le tante ci piace riportarne una che più di tutte ci ha colpito: “…sono una di quei cittadini che si sente sicura appena vede una scritta Anpas nelle vicinanze”.
A questo punto non ci resta che ringraziare in maniera incondizionata, quanti anche se non citati in questo scritto, hanno permesso il raggiungimento di questi risultati.
Grazie, grazie, grazie”. Serafino Montaldi