«Sono addolorata e affranta per il brutale femminicidio di Fatime e Senade ed esprimo ai familiari e ai figli la mia solidarietà». Lo dichiara la senatrice Stefania Pezzopane in seguito al femminicidio di Pescina.
«Un pensiero va anche al sindaco e alla comunità di Pescina, accogliente e solidale, colpita da questo drammatico episodio. Un gesto efferato e drammatico, che scuote ulteriormente le coscienze perché chiude una tragica spirale di violenza e di abusi che le due donne subivano da anni. L’episodio di Pescina ricorda nella sua efferatezza l’uccisione di Orietta un anno fa a L’Aquila, sempre all’esterno di un supermercato».
«I due delitti, come i molteplici casi di femminicidio» continua la senatrice «sono frutto della cultura del possesso, dell’odio, della brutalità. Sentimenti che entrano in scena quando le donne si ribellano all’orco che le violenta, che le umilia o le minaccia. Quella stessa cultura che il recente decreto approvato dalle Camere tenta di debellare. Nella legge approvata al Senato, la scorsa settimana, ci sono alcuni degli strumenti di deterrenza e prevenzione del delitto, necessari in casi di plurisegnalati, come questo orrore accaduto a Pescina».
«I passi da fare contro il femminicidio sono ancora molti» conclude la Pezzopane. «Servono fondi stabili per finanziare progetti a favore delle donne, a cominciare dall’istituzione di un Centro antiviolenza o di una casa rifugio, dove le donne possano trovare riparo da uomini violenti. Nella nostra provincia ce n’è uno solo. Siamo stanche di aspettare le inerzie burocratiche È arrivato il momento che i fondi ex Carfagna, a lungo trattenuti, arrivino sul territorio, per dare concretezza ad un progetto che attendiamo da oltre quattro anni».