Cronaca

L'ultimo saluto a Romolo Liberale, partigiano dell'amore e della libertà

L'ultimo saluto a Romolo Liberale, partigiano dell'amore e della libertà


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AVEZZANO. Ieri alle 17, in via America, nei pressi della sua abitazione, l’ultimo saluto a Romolo Liberale, partigiano della libertà e dell’amore. Poeta profondo e uomo impegnato.

 

Liberale era nato a San Benedetto dei Marsi il 1° febbraio del 1922. Prima di dedicarsi all’attività politica e a quella di scrittore, ebbe brevi esperienze come operaio e contadino nei campi del Fucino.

 

La sua morte lascia un vuoto incolmabile nella vita delle persone che lo hanno amato, in sua moglie Mirka e nei suoi figli Libero e Lionello in primis.

 

La sua scomparsa, però, addolora anche tutti coloro che hanno avuto l’onore di conoscerlo, di poter scambiare con lui impressioni e idee, di poter godere di quel sorriso affettuoso e sincero, di poter ascoltare le sue parole delicate, ma schiette, incisive e quindi indimenticabili.

 

La morte di Liberale commuove chiunque abbia avuto il piacere di leggere i suoi versi così veri e sconcertanti, ricchi e diretti, impegnati e sempre attuali, strazianti a volte ma sempre carichi di passione.

 

 

Mio fratello negro

 

Quel giorno, sul ponte del Giovenco,

mi narrasti la tua storia.

Quel giorno, sul ponte del Giovenco,

ti narrai la mia storia.

 

Tuo padre morì sotto le miniere del Kasay

e il sole non se ne accorse.

Mio padre morì prendendo rane

dentro i canali del Fucino

e la terra non lo seppe.

Tua madre dimenticò il suo nome

il giorno che tu,

mio fratello negro,

conoscesti il fascino delle tue idee

nelle prigioni di Bakawu.

Mia madre dimenticò il gusto del sole

e delle stelle

il giorno che il guardiano del principe

la spinse tra le canne dell’orto

ed ella si ribellò.

 

Quel giorno, sul ponte del Giovenco,

ti misi la mano sulla spalla

e la grossa cicatrice mi ricordò,

mio fratello negro,

la frusta che non riuscì a domarti.

Quel giorno, sul ponte del Giovenco,

ti parlai del mio paese

della mia gente,

dei miei sogni

e tu sorridesti, mio fratello negro.

 

Quel giorno, sul ponte del Giovenco,

ci stringemmo la mano

e anch’io sorrisi quando tu,

mio fratello negro,

mi chiamasti fratello.

 

(Romolo Liberale, “Mio fratello negro - A Maurice Kibunda, mio amico congolese”, Primo premio di Poesia “Lorella Santoni” – Cellino Attanasio, in “La rosa, le spine, il profumo”, la raccolta di poesie voluta dalla moglie Mirka, in occasione dei 90 anni di Liberale)

 

 

Maria Caterina De Blasis

 

 

FOTO DI SEVERINO ALESSANDRO


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