AVEZZANO. Venerdì 8 novembre, alle ore 18:00, all’Hotel dei Marsi la presentazione del libro di Pippo Corigliano “Quando Dio è contento. Il segreto della felicità” (ed. Mondadori).
L’opera verrà presentata dal vescovo dei Marsi Monsignor Pietro Santoro, da Francesco Alecci, prefetto della provincia dell’Aquila e dal presidente dell'Associazione Rindertimi Gino Milano, il quale ricorderà anche don Antonio Sciarra, sacerdote nella Marsica e poi in Albania, morto nel 2012, con il quale il Centro Elis ha collaborato in occasione dei campi di lavoro del 1994 a Blinisht.
L’incontro, a cui interverrà anche l’autore, è stato organizzato dalla Croce Verde di Avezzano e dalle Associazioni Rindertimi e Centro Elis e sarà moderato da Michele Crudele, direttore di quest’ultima. Prenderanno parte all'evento anche Stefano Pallotta, presidente dell'Ordine dei giornalisti Abruzzo e Giuseppe Felici, fotografo personale di papa Francesco. La famiglia Felici riveste in Vaticano questo incarico, tramandato di generazione in generazione, sin dalla fine del 1800.
Tolstoj affermava che “il segreto della felicità non è di far sempre ciò che si vuole, ma di voler sempre ciò che si fa”. Come lui in molti si sono chiesti quale fosse la ricetta per una vita felice, ma forse una verità così profonda non si ricava da teorie o aforismi. Va cercata piuttosto nel cuore di ciascuno, chiamato a vivere un’esistenza piena e feconda al di là dei miraggi (denaro e potere, sesso e apparenza) che oggi la società tende a inseguire come mete della felicità.
È il cammino interiore cui invita Pippo Corigliano dalle pagine del suo libro, nelle quali ripercorre gli incontri e le scelte che hanno segnato la sua esperienza, in un viaggio alla scoperta delle persone davvero felici che ha incontrato: non solo i suoi maestri, Giovanni Paolo II e Josemaría Escrivá, che gli hanno insegnato quanta gioia possa scaturire da un sentimento di affetto sincero per il prossimo, ma uomini e donne che, in famiglia e sul lavoro, sono capaci di prendersi cura di chi hanno intorno, sanno essere miti, distaccati in modo giusto dai beni materiali, seminatori di pace. Solo chi sa davvero voler bene, infatti, può aspirare a essere felice, perché la sua felicità si rispecchia nel dono che fa di sé agli altri. È la logica del servizio, la stessa esortazione a “entrare nel mondo dell'altro” che Gesù fa nel Vangelo attraverso la parabola del buon samaritano. Perché, in fondo, percorrere la strada della felicità significa scegliere di vivere come Gesù: lasciandosi alle spalle l'egoismo, accettando la sofferenza, facendosi di nuovo figli piccoli del Padre.
È realmente felice, dice in definitiva Corigliano, chi vede nel mondo intorno a sé il compito perfetto che in esso è chiamato a svolgere, un compito d’amore. A questo punto tutto assume un sapore diverso e i momenti del cuore, gli istanti di più intensa gioia, diventano quelli condivisi con gli amici, giacché solo «quando sono aperto alla grande felicità sono capace di apprezzare appieno le piccole felicità, quelle piccole gioie alla portata di tutti che in quest’ottica, però, cambiano di valore». (Mc.dB.)