Attualità 07:00

2014. Napolitano, De Blasio e noi che abbiamo la voglia di metterci in gioco

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Dopo un anno pesante e inquieto è arrivato il tempo della stabilità, della crescita e dell’occupazione per costruire un Paese diverso e migliore.

Suona più o meno così il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica, un discorso in cui non ha usato giri di parole al riparo della carica istituzionale che ricopre; Napolitano, garante della Carta che ha dato le fondamenta al nostro vivere civile e quotidiano, può non essere simpatico a tutti gli italiani anzi, è anche oggetto di aspre critiche ma è uno che stavolta è andato al sodo: vuole un’Italia in cui si applicano le riforme, un Paese dove viene messa finalmente in campo una ripresa che rilanciando l’economia possa garantire il ‘bene’ che più scarseggia da non pochi anni a questa parte: il lavoro.

 

Nel frattempo oltreoceano, nella New York capitale del mondo occidentale, davanti all’ex presidente Bill Clinton ha giurato il centonovesimo sindaco della Grande Mela: l’italoamericano e democratico Bill De Blasio ha dato inizio al suo mandato a Mansion House dopo i dodici anni dell’era Bloomberg.

Un uomo che già per la sua storia familiare unisce e non divide in un momento storico in cui c’è veramente bisogno di stare insieme per fare squadra.

Anche lui di poche parole: “Chiederemo ai molto ricchi di pagare un po’ più di tasse in modo da poter offrire asili nido gratuiti a tempo pieno e programmi dopo scuola per ogni studente delle medie”

Poi la frase ad effetto: “Non chiediamo di più ai ricchi per punire il loro successo ma per creare più storie di successo”.

E arriviamo al nostro Abruzzo, ai Paesi della nostra Marsica e alla nostra Città: i cittadini non chiedono cose impossibili, non ragionano di indici o di trend, non si nutrono di frasi ad effetto ma sono pure loro di poche parole.

Vorrebbero solo che il 2014 fosse l’anno in cui ognuno possa ricominciare a conseguire qualche successo, l’anno in cui genitori e figli ricomincino a lavorare insieme e non gli uni contro gli altri in uno scontro generazionale pericoloso, l’anno in cui la politica locale si faccia carico seriamente di dare una prospettiva reale nei tempi e negli obiettivi per permettere di coltivare una speranza a chi ha già in sé la voglia di mettersi in gioco.

Auguri a tutti. Auguri soprattutto a chi dovrà prendere le decisioni che riguarderanno la vita di tutti noi per molti anni a venire.

 

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