AVEZZANO. Sabato 11 gennaio, ad Avezzano, si è svolta la manifestazione “In marcia per la Giustizia”, organizzata dal Comitato pro referendum. Scopo dell’iniziativa: la promozione del Referendum sulla riforma della geografia giudiziaria, contro la soppressione dei circa mille presidi di giustizia che ha interessato tutto il territorio nazionale. Tutto ciò in vista della decisione della Corte Costituzionale, prevista per oggi, circa l’ammissibilità della proposta referendaria.
Anche i gruppi del Movimento 5 Stelle di Avezzano, Celano e Pescina hanno preso parte al corteo, accompagnati, scrivono i pentastellati in una nota, “dalla cittadina eletta al Senato, dottoressa Enza Blundo”.
“Come ricordato dall’avvocato Fabiana Contestabile, presidente del Comitato pro referendum” continuano i 5 stelle “l’iniziativa referendaria è nata per tutelare il diritto alla Giustizia. Diritto pregiudicato dalla legge di riforma della geografia giudiziaria, la quale dispone la soppressione dei Tribunali di Avezzano e Sulmona accorpandoli al Tribunale dell’Aquila. Tutto ciò a scapito della popolazione marsicana, che vede aggravare le condizioni di un territorio già martoriato da infiltrazioni mafiose, da una crescente disoccupazione, da un sistema economico ormai defunto, da una costante riduzione di servizi essenziali come gli ospedali, tutto frutto dell’incompetenza e del menefreghismo delle forze partitiche che negli anni si sono alternate nella gestione del bene comune, a livello sia nazionale, sia territoriale”.
“Detto questo” scrivono ancora i rappresentanti marsicani del M5S “si deve riconoscere come l’iniziativa referendaria sia anche diretta conseguenza di una politica disattenta e lontana dai bisogni reali delle persone, restando sorda nei confronti delle istanze promosse dal territorio. È bene ricordare che i partiti componenti l’attuale maggioranza hanno avuto, ed hanno tuttora, la possibilità di porre rimedio allo scempio realizzato dalla riforma, accogliendo semplicemente tutte le valutazioni e le osservazioni fatte fino ad oggi dagli operatori del diritto. Il Governo, invece, ha scelto di non modificare tale legge e di opporsi al referendum, chiedendo, attraverso l’Avvocatura dello Stato, la sua inammissibilità. Ancora una volta si vuole evitare che i Cittadini partecipino direttamente alle scelte. Anziché permettere un esercizio di democrazia, com’è appunto il caso del referendum, il Governo ha preferito mutilare la Costituzione e i diritti dei Cittadini, con il benestare e nel silenzio dei Parlamentari del Pd e del Ncd che si sono ben guardati dal contestare questa scelta”.
“La stessa Senatrice Pezzopane” aggiungono “intervenuta all’evento, ha evitato accuratamente di contestare, sia la mancata modifica della legge di riforma da parte del Governo, sia la scelta di quest’ultimo di opporsi al referendum che, è bene ricordarlo, è stato promosso da ben 9 Regioni, rappresentanti di 23 milioni di Italiani”.
“Al limite dell’offesa” attaccano poi i 5 stelle “il tentativo della Senatrice Pezzopane di tirarsi fuori da ogni responsabilità, affermando di non aver avuto e di non avere alcuna possibilità d’intervento, a livello parlamentare, per risolvere il problema, dal momento che la riforma è stata approvata nella precedente legislatura, prima della sua elezione al Parlamento. La reazione dei molti presenti è stata la prova che la Marsica non è popolata da ingenui creduloni, facili da raggirare. Vorremmo ricordare alla Senatrice che, visto il suo ruolo, può in ogni momento chiedere al Parlamento di discutere (e approvare, facendo lei parte del partito di maggioranza) un progetto di modifica. Anziché presentare emendamenti placebo, utili solo a procrastinare la fine del Tribunale, avrebbe ben potuto spronare il suo partito a votare il parere (Atto n.36), presentato dal Movimento 5 Stelle in commissione giustizia e respinto proprio dai membri del Partito Democratico. Tale parere, integrato con le valutazioni recepite sul territorio dai gruppi 5 stelle della Marsica, al punto b avrebbe vincolato il Governo a rivedere proprio la soppressione del Tribunale di Avezzano. A questo punto, la Senatrice ci permetta di dubitare delle sue parole quando afferma di avere a cuore le sorti della Marsica e di chi la vive”.
“Allo stesso modo” commentano “risultano infine ambigue le parole del Sindaco Di Pangrazio. Da un lato, il Sindaco, sposa la causa referendaria e, dall’altro, continua a sostenere che le colpe non sono della politica, che ha prodotto una legge di riforma che sopprime circa mille presidi giudiziari su tutto il territorio, ma dei burocrati ministeriali che errano nell’applicarla. Burocrati che sbagliano a fare i conti, applicando una legge iniqua, che la politica dei partiti non ha voluto e non vuole cambiare. In un evento e per una battaglia così importante per il futuro del nostro territorio, sarebbe il caso di evitare assurde considerazioni, facendo pesare come un macigno la responsabilità politica al fine di far rinsavire chi ci governa. Come gruppi 5 Stelle, riteniamo che la giustizia di prossimità sia un diritto di tutti i cittadini italiani e, pertanto, sosteniamo apertamente il referendum abrogativo. In particolare, come cittadini marsicani, certi dell’importanza del Tribunale di Avezzano e degli uffici dei giudici di pace di Pescina, Celano, Tagliacozzo e Civitella Roveto per il futuro della Marsica, saremo impegnati nel motivare il Movimento a livello nazionale per un fattivo supporto, anche laddove manchi l'emergenza della soppressione. Il successo del referendum, infatti, dipende chiaramente dal raggiungimento del quorum”.
“Restiamo a completa disposizione del Comitato pro referendum” concludono i pentastellati di Avezzano, Celano e Pescina “al quale vanno i nostri complimenti per quanto realizzato. Continueremo a lavorare, dentro e fuori dal Parlamento, per difendere i diritti dei cittadini italiani e, nel contempo, del nostro territorio”.