Attualità 14:00

Tribunale, la Corte Costituzionale ha detto no!

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Non ci sarà nessun referendum per abolire la riforma della geografia giudiziaria. La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile la richiesta presentata, per la prima volta nella storia della Repubblica italiana, da nove consigli regionali, con l’Abruzzo capofila

 

L’udienza a porte chiuse per valutare l’ammissibilità del referendum è durata poco più di un’ora. Nel collegio difensivo, per l’Abruzzo, c’erano gli avvocati Mario Petrella e Roberto Di Pietro. 

 

Le nove Regioni (Abruzzo, Piemonte, Marche, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Campania, Liguria, Basilicata e Calabria) avevano chiesto che gli elettori potessero esprimersi sull'abrogazione sia della delega data al Governo per la riforma, sia sui successivi decreti legislativi (del settembre 2012) con i quali si era definita la nuova organizzazione di tribunali, procure e uffici del giudice di Pace.

 

Poco prima della decisione, i sindaci di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto, i cui tribunali rischiano la chiusura, e i comitati territoriali avevano lanciato l'appello affinché i giudici dessero “voce ai cittadini per esprimere democraticamente la sovranità popolare sancita dalla Costituzione”.

 

«Abbiamo già deciso di proseguire unitariamente nell'avversare la riforma sulla geografia giudiziaria» ha commentato dopo la notizia Fabiana Contestabile, a capo del comitato pro referendum «siamo pronti a ricorrere alla Corte di giustizia europea perché questa riforma mette in discussione il diritto del cittadino all'accesso alla giustizia». (Mc.dB.)