CIVITELLA ROVETO. Una sala gremita per celebrare, anche se con un giorno d’anticipo il Giorno della Memoria. Se il 27 gennaio 1945, le truppe dell’Armata Rossa aprirono i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, aprendo le porte su una delle più grandi tragedie dell’umanità, ieri, nel centro rovetano, si è voluta aprire una porta per non dimenticare quello che, in quegli anni, successe nei nostri territori.
Ai saluti iniziali del sindaco di Civitella, Raffaelino Tolli, si sono succeduti gli interventi di Sergio Natalia, che ha illustrato il progetto del “Cammino dell’accoglienza” e di Antonio Rosini, presidente dell’Anpi Marsica e testimone di una dolorosa pagina non solo della storia locale, ma della sua stessa vita. Rosini, infatti, durante una rappresaglia nazista perse il padre e lo zio, due dei 33 martiri di Capistrello. Ha poi preso la parola Giovanni De Blasis che, attraverso le lettere censurate dei soldati di Valle Roveto e Marsica, ha raccontato ciò che avveniva ai militari al fronte. In quei messaggi originali, che De Blasis ha rintracciato durante le sue ricerche, tra i racconti di fame, freddo, paura, erano riportate anche le nefandezze che i soldati italiani compirono in guerra. Perché, se di Giorno della Memoria si tratta, bisogna ricordare anche che la brutalità e l’imbarbarimento dell’uomo, durante la guerra, non conosce differenze di bandiere. Ultimi due relatori Mauro Rai, presidente dell’Associazione Culturale “Il Liri”, che ha raccontato un misterioso caso, di cui si è occupata anche la Bbc, di tre prigionieri inglesi che, scappati dal campo di Fontanellato, dopo una fuga di 600 km sono giunti a Capistrello, dove si sono perse, per sempre, le loro tracce e il professor Costantino Felice, docente di storia economica all’Università D’Annunzio di Pescara. Il professor Felice, autore di un’importante opera in via di pubblicazione sulla Resistenza abruzzese, ha parlato della Resistenza in Abruzzo tra mito e realtà.
Ospite d’onore il prefetto della Provincia dell’Aquila Francesco Alecci, insieme al vescovo della diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo Mons. Gerardo Antonazzo, accompagnato dal parroco di Civitella Roveto Mons. Franco Geremia, e al Generale Rino De Vito, comandante militare esercito Abruzzo.
«Sono davvero felice» ha dichiarato il prefetto durante il suo saluto finale «di essere uscito di casa, aver preso la macchina, aver fatto 150 km ed essere venuto qui oggi». «Sono felice» ha aggiunto «perché torno qui e ritrovo gli amici del “Il Liri” e riaccolgo nel cuore quelli dell’Anpi».
Una platea entusiasta ha più volte interrotto con applausi sinceri l’intervento del prefetto che, quasi commosso, ha ricordato il sacrificio di tanti partigiani, ha sottolineato l’importanza delle istituzioni, delle forze armate, quando guidate da uno Stato democratico, e della scuola. Si è infatti rivolto ai tanti giovani in sala e ai loro insegnanti, lodando quei docenti che, anche al di fuori delle ore e delle materie scolastiche, continuano a stare accanto ai propri studenti per degli eventi così importanti. Anche Mons. Antonazzo ha sottolineato l’importanza della memoria che non deve cedere il passo all’indifferenza, ma deve, anzi, divenire segno di vigilanza e custodia anche per quello sta accadendo oggi, per evitare che, negli anni futuri, possano servire altri Giorni della Memoria.
In sala erano presenti poi il vice presidente del consiglio regionale Giovanni D’Amico, i rappresentanti di tutti i Comuni della Valle, il vicesindaco di Avezzano Ferdinando Boccia, insieme al Capo di Gabinetto del sindaco Tiziano Zitella, il sindaco di Luco dei Marsi Domenico Palma, insieme ai sindaci Sora e Filettino, Ernesto Tersigni e Paolo De Meis.
Maria Caterina De Blasis
FOTO DI SEVERINO ALESSANDRO