Una tragedia della storia italiana recente, dall’armistizio dell’8 settembre 1943 fino al giugno del 1945 furono tra 5.000 e 17.000 gli italiani trucidati e gettati nelle foibe, gli inghiottitoi naturali e profondi nella zona del Carso.
Tanti italiani che non volevano l’annessione della Venezia Giulia alla Jugoslavia del maresciallo Tito: triestini, istriani e dalmati sparirono, chi ucciso e infoibato, chi deportato con una vera e propria operazione di pulizia etnica.
Senza dimenticare la maledetta opera di repressione e di assimilazione coatta operata dal regime fascista in quelle zone, soprattutto nella Slovenia, è dal 2004 che si celebra il Giorno del Ricordo, l’Italia ha scelto di non dimenticare quelle vicende perché oggi siamo chiamati a sapere per costruire un’Europa in cui le differenze di lingua, cultura ed etnia devono essere una ricchezza e mai più motivo di tragica divisione.
Proprio per questo sono ridicoli e pericolosi coloro che additano le foibe come falso storico, come quelli che lo fanno per la Shoah. Non deve esserci una gara ideologica ormai fuori tempo tra sinistrorsi e destrorsi su queste vicende, bisogna avere coscienza che quelle cose sono successe, ognuna con la sua peculiarità e impegnarsi ogni giorno perché non si ripetano mai più.
Direttore