Attualità 06:00

Acqua inquinata del Fucino, le associazioni degli agricoltori pronte alla mobilitazione

Coldiretti, Confagricoltura e Cia pronte a mobilitare gli agricoltori e i cittadini


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AVEZZANO. Le organizzazioni provinciali di Coldiretti, Confagricoltura e Cia scrivono al prefetto dell’Aquila, Francesco Alecci, in merito alle problematiche relative alla depurazione delle acque del Fucino.

 

Le tre organizzazioni, facendo riferimento ad un incontro sull’annoso tema, tenutosi lo scorso settembre, dichiarano di aver saputo, dall’amministrazione comunale di Avezzano che «la situazione sanitaria dei canali del Fucino è addirittura peggiorata rispetto all’autunno scorso, tanto che probabilmente non sarà possibile rimuovere il divieto di irrigazione con le acque dei canali in un vasto comprensorio di alcune migliaia di ettari».

 

«Comprende perfettamente» si legge nella missiva indirizzata ad Alecci «che tale divieto impedirà agli agricoltori interessati di programmare per tempo le coltivazioni con danni economici rilevanti per l’agricoltura e il suo indotto».

 

Coldiretti, Confagricoltura e Cia, ricordano al prefetto alcune cifre per indicare la rilevanza dell’agricoltura del Fucino, il comparto economico più importante del comprensorio. Scrivono infatti: «Rappresenta il 25% del PIL agricolo regionale, occupa circa 2000 imprese agricole, 400 delle quali assumono oltre 9800 lavoratori, vi sono 60 centri di condizionamento di prodotti orticoli che alimentano vasti mercati nazionali ed esteri».

 

Secondo le organizzazioni è facile, dunque, intuire quanto poco basti per vanificare, come già accaduto nella famigerata “terra dei fuochi”, il frutto del lavoro di una moltitudine di operatori agricoli con conseguenze gravi per l’occupazione, sul piano sociale e dell’ordine pubblico.

 

«Anche in questo caso, purtroppo» prosegue la nota «le Amministrazioni Pubbliche invece di attivarsi per la soluzione dei problemi si accapigliano sulla sciagurata gestione del CAM che non riesce ad assicurare il servizio della depurazione delle acque. Riteniamo che il Suo autorevole intervento debba andare oltre i richiami formali alla responsabilità degli Enti coinvolti ed attivare con ogni sollecitudine i poteri sostitutivi che la legge offre per questa emergenza dagli sviluppi imprevedibili. Nel frattempo abbiamo sollecitato il Consiglio dei Delegati del Consorzio di Bonifica Ovest ad attivare il divieto di scarico delle acque non idonee nei canali consortili per non inquinare anche la risorsa idrica che il consorzio, a spese dei consorziati, distribuisce sull’alveo del Fucino».

 

«Le scriventi organizzazioni» concludono «si riservano ogni azione a tutela degli interessi dei propri associati, non ultima quella di promuovere la mobilitazione degli agricoltori e dei cittadini affinché il problema venga affrontato e risolto». (Mc.dB.)