La patata del Fucino è sempre più apprezzata, in Italia e non solo. Una patata a pasta gialla, molto versatile in cucina, con tutte le caratteristiche di eccellenza del tubero di montagna: saporito, nutriente, resistente agli stress termici ed a lunga conservazione. Tutti pregi che permettono ora alla nostra patata il salto di qualità atteso da anni: il riconoscimento del marchio IGP.
Questa sigla, IGP, sta per Indicazione Geografica Protetta, ed indica un marchio di origine che viene attribuito dall'Unione europea esclusivamente a quei prodotti agricoli per i quali una particolare qualità, la reputazione o un'altra caratteristica dipendano dall'origine geografica, e la cui produzione, trasformazione e/o elaborazione avviene in un'area geografica determinata.Un marchio importante che apre le porte ai mercati internazionali dei prodotti pregiati, un business ricchissimo ed in forte espansione in tutto il mondo.
Chi produce IGP deve attenersi alle rigide regole produttive stabilite nel disciplinare di produzione, e il rispetto di tali regole è garantito da uno specifico organismo di controllo. E' per questo che grande interesse sta riscuotendo l'iniziativa di Coldiretti Abruzzo che sta tenendo una serie di incontri con gli agricoltori sulle problematiche legate alla coltivazione della patata del Fucino, per la quale è in questi mesi in corso l'iter di riconoscimento della IGP. Un iter che l'Amministrazione comunale di Avezzano segue con attenzione, assicurando l'impegno e la costante attenzione dell'assessore all'agricoltura Francesco Paciotti.
All'ultima riunione, nei giorni scorsi, hanno partecipato settanta agricoltori fucensi: dal confronto tra Coldiretti, agronomi ed altri soggetti coinvolti sono emersi con chiarezza i passi da compiere e si è condivisa l'esigenza di arrivare al più presto al riconoscimento della denominazione quale strumento di promozione e valorizzazione del prodotto principale dell'economia agricola fucense con il suoi 4mila ettari circa coltivati a patata e una quantità complessiva di 1.700.000 quintali. Cifre che possono ancora crescere, dopo il riconoscimento dl prestigioso marchio IGP.
All'attenzione delle associazioni agricole, delle istituzioni e dei comuni è, proprio in questi giorni, il disciplinare proposto al ministero per il riconoscimento e delle diverse problematiche del settore con particolare riferimento al tema della certificazione e dell'accesso ai contributi previsti dalla Politica agricola comunitaria.
"La promozione dell'agroalimentare fucense è una delle priorità della nostra Amministrazione - commenta il sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio - e stiamo mettendo in campo una serie di azioni, concertate con tutti gli attori del territorio, finalizzate al potenziamento dell'intera filiera. Nel caso specifico della patata, una grande risorsa del Fucino, l'ottenimento del marchio IGP è un passo fondamentale, ma bisogna pur intervenire su fattori strutturali di debolezza del settore della trasformazione in loco. Il valore aggiunto prodotto dal Fucino deve restare nel Fucino, occorre trasformare qui i nostri prodotti, creare posti di lavoro nel territorio e vedere l'applicazione alla nostra agricoltura delle conoscenze tecniche e dell'innovazione prodotta a livello di trasferimento tecnologico dal Crab. E' un progetto complesso, quello dela potenziamento dell'agroalimentare, che riguarda la qualità ambientale, la lotta al falso Made in Italy, la logistica, la trasformazione industriale e la commercializzazione. E' una sfida epocale, anche perché la Regione non ci ha aiutati come avrebbe dovuto, ma sono certo che insistendo sull'agricoltura ne trarremo grande soddisfazione, sia come comunità di Avezzano che come Marsica tutta. L'attivismo della Coldiretti per la patata IGP è un segnale importante che cogliamo nel suo significato più ampio di ritorno alle problematiche dello sviluppo del comparto orticolo, per il quale dopo anni di trascuratezza si aprono importanti scenari di crescita. Abbiamo colto l'importanza del marchio IGP per l'identificazione e la qualificazione del prodotto con il territorio marsicano, e pensiamo che intorno alla patata si possa costruire una strategia complessiva di sviluppo e di promozione, anche turistica, nell'ottica del distretto, un modello di successo dal quale dobbiamo imparare e tipico di altri territori italiani".