Il Tribunale di Avezzano ha rinviato al 9 aprile la decisione sulla sorte dei ragazzi del Centro San Domenico. Nemmeno l’udienza di ieri mattina al Tribunale di Avezzano è riuscita a risolvere una volta per tutte la vicenda che va avanti dallo scorso ottobre.
Alla presenza degli avvocati che rappresentano i ragazzi e la Asl, il giudice Giordano ha preso tempo in attesa che la Regione e il Centro raggiungano un accordo sul come continuare l’erogazione del servizio.
Una partita infinita che i giocatori non vogliono giocare ad eccezione delle mamme di quei venticinque ragazzi disabili gravi, ospitati nella struttura della zona nord della città, che cesseranno di ricevere l’assistenza il 31 marzo. Lunedì prossimo non potranno più avere le cure necessarie che solo il personale specializzato del San Domenico è in grado di fornire essendo attrezzato per coloro che soffrono di patologie neruromotorie, congnitive, psicologiche e sociali. I centri ricreativi diurni verso i quali i pazienti sembrano destinati non potrebbero fornire un trattamento multidisciplinare complesso e continuo.
Le mamme battagliere avevano incontrato il presidente della Regione, Gianni Chiodi, insieme al manager della Asl Silveri in due occasioni nelle quali il governatore aveva assicurato l’impegno per scongiurare la chiusura del Centro dichiarando che per la Regione non ci sono problemi economici in materia di sanità e non vi è necessità di ridurre le spese soprattutto in situazioni come quelle del San Domenico.
La soluzione individuata era quella della riconversione della struttura in centro semiresidenziale ma il problema è il tempo che occorre per portarla a termine, un iter burocratico abbastanza lungo che mal si combina con i bisogni dei pazienti per i quali l’approccio deve essere quello di qualità-quantità. Se il trattamento di cura venisse interrotto anche solo per brevi periodi ci sarebbero dei peggioramenti molto veloci.
Le mamme chiedono alla Asl giustizia e pari dignità, non vogliono altro che ricalcare la metodologia usata in un centro simile che si trova a Sulmona e che ha vissuto gli stessi problemi di quello di Avezzano: nella Valle Peligna i ragazzi continueranno a restare nella struttura in attesa della riconversione.
Terminata l’udienza le mamme hanno cercato di mettersi in contatto con Chiodi senza riuscirci e una domanda è rimasta senza risposta: la mattina del 1° aprile prossimo dove andranno i ragazzi del San Domenico?
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