Dopo cinque anni di letargo, stranamente sotto campagna elettorale, la Regione annuncia interventi sulla depurazione delle acque. Un problema grave, generato da cattiva amministrazione, normative confuse e mancanza di risorse adeguate. Ieri la Regione ha annunciato, in tema di depurazione, il finanziamento di 81 progetti (su 161 richieste) per un investimento complessivo di 75 milioni di euro. Sono questi gli spiccioli che la Giunta regionale mette in campo a fine legislatura per dare un impulso alla depurazione in Abruzzo. Somme del tutto insufficienti, tardive ed ancora sulla carta, perché l'esecutività dei progetti richiede importanti passaggi burocratici, tempi lunghi e l'attivazione degli enti concessionari (come il Cam) che dovranno gestire le risorse. Gli 81 progetti finanziati, infatti, avranno come stazione appaltante i Comuni e le società di gestione e quindi i tempi non saranno brevi come la drammaticità della situazione avrebbe richiesto.
Un problema, quello dell'inquinamento delle acque irrigue, particolarmente grave nella Marsica a causa del mancato o difettoso funzionamento dei depuratori. Negli ultimi mesi Gianni Di Pangrazio, sindaco di Avezzano, è intervenuto più volte sottolineando le responsabilità della Regione: per mesi ex Ato e Consorzio del nucleo industriale, entrambi commissariati dalla giunta Chiodi, si sono contesi la gestione del nuovo depuratore di Avezzano, di prossima apertura ma tutto da “risolvere” come gestione. Il Comune stanco di assistere al balletto di competenze tra Enti, ha chiamato in campo la regione ed il Ministro dell'Ambiente affinché agiscano per imporre agli enti regionali responsabili il superamento dei contrasti, con spirito di cooperazione e con la corretta applicazione delle leggi in materia.
La risposta della Regione è stata ancora una volta del tutto insoddisfacente: invece di intervenire sull'emergenza con interventi emergenziali, si annunciano progetti del tutto insufficienti come risorse e con tempi di realizzazione incompatibili con le immediate esigenze degli agricoltori.
"La montagna Regione ha partorito un topolino.” - afferma un furente sindaco Di Pangrazio ai microfoni di Avezzano Informa - “ La Marsica non può più tollerare una situazione che, da un lato vede i Comuni impegnati a sostenere la qualità dell'agroalimentare locale e, dall’altro lato, deve fare i conti con un sistema di depurazione inadeguato che rischia di danneggiare la produzione e la commercializzazione dei prodotti con gravissimi danni per le imprese agricole. Il Comune di Avezzano è impegnato su più fronti, anche con l'a strenua attività dell'ass. Roberto Verdecchia, per dare un impulso alla soluzione della questione depurazione. Ma è una questione estremamente complicata dai conflitti tra gli enti regionali deputati, da una normativa regionale contorta e contradditoria e dalla mancanza cronica di stanziamenti adeguati". "La Regione Abruzzo" - continua Di Pangrazio - "sulla questione della depurazione è stata quantomeno distratta. Non abbiamo bisogno di annunci elettorali, ma di interventi d'urgenza per metter in atto, in tempi rapidissimi, i procedimenti per la depurazione delle acque reflue. Ne va della salute della cittadinanza, ne va dell'esercizio dell'agricoltura”.
Il problema dell’inquinamento delle acque del Fucino è strutturale, perché legato ad un non corretto funzionamento dell'intero sistema. Per sbloccare la situazione occorrono interventi di assoluta urgenza e poi dare rapida esecuzione alla convenzione stipulata dalla Regione Abruzzo con l’Autorità di Bacino per la redazione di un progetto preliminare che affronti alla radice le criticità del Fucino, che sono irrigazione, depurazione e tutela dell'ambiente.
E chi non ne può certamente più del rimpallo di responsabilità tra Enti regionali o controllati dalla Regione sono gli agricoltori marsicani che scendono sul piede di guerra. Il mondo dell’agricoltura e le associazioni marsicane di settore manifesteranno venerdì prossimo ad Avezzano. “Il perdurante conflitto tra Enti Pubblici -scrivono le associazioni agricole - ha determinato il blocco della decisione sulla messa in funzione del nuovo depuratore di Avezzano oramai completato e di quello di San Benedetto dei Marsi. Il mancato avviamento di queste importanti infrastrutture, realizzate con rilevanti risorse pubbliche, oltre a non effettuare un indispensabile servizio ai cittadini e all’ambiente non consente la rimozione dei divieti di irrigazione, con la conseguenza di creare rilevanti danni economici all’agricoltura e a tutto il suo indotto”.
Una protesta che vuole mettere insieme la tutela della salute dei cittadini del comprensorio fucense e gli interessi del mondo agricolo, temi sui quali gli organizzatori della manifestazione hanno rilevato una situazione di stallo “della quale non si intravede una soluzione positiva e soprattutto a breve termine”.
Sarà forse la protesta dei trattori a smuovere la montagna Regione? Speriamo bene.
Severino Bastone