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I tesori dell’Aquila a Celano

Dipinti, statue, Santi e Madonne custoditi e restaurati al Museo delle Paludi di Celano. A cinque anni dal sisma dell’Aquila la solidarietà marsicana resta indelebile


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Un’oasi di tranquillità e di cultura nel bel mezzo del Fucino: è Musé, il Museo delle Paludi di Celano. Questa struttura dall’architettura inusuale, all’indomani del terremoto che distrusse L’Aquila e i paesi limitrofi, ha ospitato e continua ad ospitare le opere d’arte strappate dai Vigili del Fuoco e dai volontari dal peso delle macerie delle chiese dell’aquilano. Mentre si scavava per non far morire la speranza di ritrovare ancora vive le persone, in città si era attivato il soccorso anche per le opere d’arte. L’Aquila era la settima città d’arte italiana e le ferite del sisma non hanno di certo risparmiato le chiese e i loro preziosi tesori: dipinti su legno e su tela, statue lignee e in terracotta, sculture in pietra. All’interno dei locali di Musé, erano state stoccate tutte queste opere imballate per metterle al sicuro e dare avvio al difficile recupero. Dopo un certosino lavoro di catalogazione fotografica e schedatura con codici che, a seconda dell’urgenza dell’intervento andavano da 1 a 4, era iniziato il lavoro vero e proprio di restauro in loco curato da diverse equipe di alto livello come l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e l’Istituto Superiore per il Restauro. Il Museo di Celano si era mostrato da subito disponibile ad accogliere le opere anche se la sua vocazione era e resta quella per cui è nato. Un museo che espone reperti preistorici, collocato sul luogo dove sono stati rinvenuti insediamenti lacustri palafitticoli e necropoli del XII secolo avanti Cristo.

museo celano.jpgChi lo osserva da fuori, nota la forma della struttura seminterrata ispirata alle sepolture a tumulo dell’epoca protostorica, ancora oggi circondata la laghetti, acquitrini e piante lacustri e allora non desta stupore il cartello affisso sulla porta d’ingresso che recita testualmente: “Ricordatevi sempre di chiudere la porta, una lucertola è già entrata a farci visita!!!”. Nel corso degli anni il lavoro di restauro è andato avanti e molte delle opere sono tornate all’Aquila, uno dei grandi vani che le conteneva oggi è vuoto e sono rimaste soltanto le gigantografie delle foto che ritraggono i pompieri mentre salvano le statue delle chiese. Nel locale attiguo invece, quello ben protetto da un solido cancello chiuso, vi sono ancora diversi manufatti. Sono messi in perfetto ordine sui ripiani ricavati con i tubi innocenti, quasi a voler sancire una vicinanza con il capoluogo che ne è ancora infagottato, per terra le strisce di nastro isolante con le scritte della catalogazione; in una si legge: “Duomo – 20 giugno 2009”. Dietro quel cancello si riconoscono l’organo della chiesa di Onna e la Madonna con il Bambino della Basilica di Collemaggio. L’adozione dei monumenti aquilani da parte delle nazioni del mondo, ha portato a Celano un gruppo di restauratrici francesi che hanno compiuto il proprio lavoro, ora si aspetta che si compia il completo recupero di Santa Maria del Suffragio, per tutti gli aquilani la chiesa delle Anime Sante a Piazza Duomo, appunto adottata dalla Francia per essere ricostruita. Quello sarà il momento felice nel quale anche quelle opere restaurate lasceranno Celano per tornare finalmente a casa. Madonne e Santi torneranno al loro posto ma il sentimento di solidarietà di Celano e della Marsica non andrà via, quello rimarrà per sempre .

 

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