Rinvio dell’udienza e proroga tecnico-amministrativa al 30 giugno da parte della Regione, la storia legata ai ragazzi del Centro San Domenico continua a vivere di puntate come se fosse una ‘novela’ televisiva.
Va giù duro l’avvocato Roberto Verdecchia: “Laviamoci le mani! Solo così può essere definito il comportamento da Ponzio Pilato di una politica becera che ancora una volta non ha saputo prendere un saggio e opportuno provvedimento di giustizia sociale, rimane solo una parziale soddisfazione per la proroga che dà un poco di respiro alle famiglie coinvolte ma sarebbe stato più giusto assumersi la responsabilità di un provvedimento più serio”.
I ragazzi del Centro sono disabili gravi che soffrono di patologie neuromotorie, cognitive, psicologiche e sociali, hanno bisogno di personale specializzato per un trattamento multidisciplinare complesso e continuo. Il rischio reale è quello di non poter più ricevere le cure e l’assistenza particolare se la Regione e la Asl non troveranno un accordo con il Centro, quantomeno per la sua riconversione in struttura semiresidenziale.
Nel frattempo sono morti due di quei ragazzi. Sia chiaro, quelle morti non c’entrano nulla con i continui rinvii per la decisione finale sulla sorte del Centro San Domenico, dovrebbero però spingere la classe dirigente a una riflessione più approfondita sulle condizioni dei pazienti oggi ma anche domani quando non avranno più i genitori ad assisterli.
Qualunque sia il risultato che verrà fuori dalle urne del prossimo 25 maggio, la politica dovrà necessariamente mettere mano alla questione del San Domenico per risolverla una volta per tutte assicurando un presente e un futuro ai cittadini più deboli.
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