In Abruzzo il 95% delle imprese ha meno di 10 addetti. Il nanismo industriale costituisce un grave problema per la nostra economia: le nostre imprese sono veramente troppo piccole per investire in Ricerca ed Innovazione, per muoversi sui mercati internazionali e per poter avere il sufficiente potere contrattuale con le banche per quanto riguarda l’accesso ed il costo del credito. In alcune aree, come nella Marsica, al nanismo della piccola impresa si accompagna pure la crisi della grande impresa, come nel caso emblematico della Micron.
“Quello del potenziamento delle politiche regionali per il credito sarà uno dei temi importanti della prossima legislatura regionale” – afferma Giuseppe Di Pangrazio, in un incontro con gli operatori economici. “Molte volte sarebbe sufficiente da parte della Regione un sostegno temporaneo ad una azienda in difficoltà, per evitare la precipitazione di situazioni di crisi irreversibili. Ma negli ultimi cinque anni è mancata una organica politica regionale del credito, così come è mancata qualsiasi politica industriale a sostegno delle nostre manifatture, e mi riferisco in particolare al settore elettronico e dell'alta tecnologia”.
Gli ultimi dati disegnano in verità una situazione difficile: grandi imprese che ristrutturano pesantemente, piccole imprese che aumentano ma fanno fatica a reggere la competizione, nane e sottocapitalizzate. Molte imprese locali operano poi nell'edilizia, un settore che si è fermato dopo un boom durato anni, sotto i colpi della crisi generale che impedisce o scoraggia le famiglie ad indebitarsi per l’acquisto della casa e per l’aumento del costo dell’indebitamento (che scoraggia le imprese nei nuovi investimenti).
“I due grandi problemi – continua Di Pangrazio - sono cosa fare per favorire l'insediamento della grande impresa e per sostenere la crescita delle nostre piccole imprese autoctone. Le nostre imprese hanno bisogno di politiche regionali efficaci e selettive che, nel quadro di un modello di sviluppo di ciascun territorio, valorizzino i nostri tipici punti di forza. Tra i problemi c’è pure il difficile rapporto con le banche: l'evidenza empirica del problema creditizio è quella vissuta giornalmente dai nostri imprenditori e costituisce oggetto di continue indagini, ma veramente di pochi fatti. E' ora di cambiare, e con le elezioni regionali del 25 maggio i cittadini ne avranno l'occasione, rimediando ai cinque anni di assenza della Giunta Chiodi dai problemi delle aree interne”. Mediamente un imprenditore che opera nell'Abruzzo interno incontra maggiori difficoltà nell'accesso al credito e subisce un costo del denaro più elevato rispetto alla media del Paese.
“Indubbiamente – osserva Di Pangrazio - in una fase strutturale di difficoltà della piccola impresa, tale fattore di credit crunch rappresenta un ulteriore freno alla crescita. Il sistema creditizio non è neutrale nello sviluppo regionale, anzi riveste un ruolo centrale come fattore di sviluppo e "istituzione" di sostegno alla crescita delle piccole imprese. E' importante che la Regione si senta impegnata nell’attuazione di strategie in grado di aiutare l'accesso al credito e colmare il gap del costo del danaro per fornire alle nostre imprese quelle pari opportunità necessarie per affrontare la crescita competitiva necessaria. La regione deve realizzare, in particolare, politiche specifiche volte al rafforzamento della struttura patrimoniale della piccola impresa”.
Gli strumenti non mancano certo, occorre la volontà politica ed una burocrazia capace.
“L’Abruzzo deve reagire alle difficoltà – conclude Di Pangrazio - compiendo un salto di qualità e rafforzare un modello di sviluppo basato sulla valorizzazione dell’economia della conoscenza. La nostra manifattura deve riposizionarsi su prodotti di maggiore qualità, esaltando i vantaggi comparati dei singoli sistemi locali: la disponibilità di capitale umano, la possibilità di integrare i sistemi locali industriali con le filiere agricole, del turismo e della cultura”.
E la Regione, aggiungiamo noi, dovrà fare di più, molto di più. Anche in questo campo.
Severino Bastone