Politica 06:30

L’incontro di Di Pangrazio con i cittadini aquilani

“Basta alla gestione amministrativa della cosa pubblica che si alimenta e contemporaneamente si foraggia con l'esaltazione dei campanili”


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Il candidato consigliere del PD alle prossime elezioni regionali, Giuseppe Di Pangrazio, ha incontrato i cittadini dell'Aquila in un affollato incontro al locale “Dolce Vita”.

 

Di Pangrazio ha affrontato i nodi centrali del suo programma per l'Abruzzo e in particolare per la provincia aquilana ribadendo la necessità di una integrazione virtuosa tra l'area aquilana, della Valle Peligna, della Marsica e dell'alto Sangro. «Chi si candida per rappresentare i cittadini nell'istituzione regionale» ha sottolineato «ha l'obbligo di individuare politiche che siano aperte al rapporto tra i territori. Molto spesso l'operato va nella direzione opposta e miope, quella del campanile, che tende a mettere a fuoco le necessità di un singolo centro dimenticando il contesto più complesso entro il quale viene a collocarsi».

 

«Lo abbiamo visto con l'Aquila e l'aquilano: il terremoto» ha aggiunto «ha colpito terribilmente la città e il suo intorno, ma contemporaneamente ha riverberato il suo effetto su tutta la provincia. Lo stesso accade alla Valle Peligna e Sulmona. La crisi economica di quest'ultima si è ormai diffusa sui piccoli centri dell'intero territorio rendendoli più fragili e disagiati». «Non è più possibile una gestione amministrativa della cosa pubblica che si alimenti e contemporaneamente si foraggi con l'esaltazione dei campanili. La continua lotta intestina nei territori ha rallentato e limitato dannosamente aree di grande importanza strategica. Se vogliamo cercare seriamente di lavorare per i tutti cittadini» ha proseguito «è necessario attuare una rivoluzione prima di tutto culturale. Una rivoluzione che tenda a far cadere ogni resistenza campanilistica a favore di una continua apertura all'integrazione tra territori: a partire dalla grande divisione attuata nei fatti tra area costiera e area interna, fino ad arrivare alla frantumazione di ampie zone territoriali in piccoli centri, ognuno separato e in competizione con il proprio vicino».

 

«Pensare di coltivare il proprio orticello senza preoccuparsi minimamente dei territori contigui, significa prima o poi subire le azioni dall'alto senza avere la forza di contrastarle. Pensare di poter far vivere i piccoli centri sulla morte dei suoi vicini è una strategia miope che a lungo tempo andrà a colpire anche i 'campanili' attualmente più forti. Questo deve essere il senso più profondo della politica di coesione territoriale» ha concluso Di Pangrazio «questo deve essere il senso più profondo dello spirito di una politica regionale».

 

Redazione Avezzano Informa


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