Confagricoltura L’Aquila: infondate le preoccupazioni del commissario di Italcaccia
Intanto, secondo Fabrizi, l’abbattimento selettivo va avanti con una cinquantina di cinghiali, non un gran numero né una carneficina, nessuno pericolo per cervi e caprioli
AVEZZANO. Puntuale il commento di Stefano Fabrizi, direttore di Confagricoltura, riguardo il Commissario provinciale dell'associazione venatoria Italcaccia L’Aquila. Personaggio che, secondo Fabrizi, sosterrebbe le tesi di funzionari della provincia.
Confagricoltura, dunque, chiede quali siano gli interessi da tutelare, non certamente quelli degli agricoltori ed allevatori, nè quelli dei cittadini contribuenti che in assenza di controllo selettivo dell'ormai pervasiva presenza di animali selvatici arrecano danni alle colture ed agli allevamenti che devono essere risarciti con soldi pubblici prelevati dalle tasche dei contribuenti.
Intanto, secondo Fabrizi, l’abbattimento selettivo va avanti con una cinquantina di cinghiali, non un gran numero né una carneficina, nessuno pericolo per cervi e caprioli visto che le operazioni sono eseguite sotto il vigile controllo delle guardie venatoria.
Confagricoltura ha concluso che i soliti bracconieri di professione, hanno provato più volte a disturbare con mille espedienti la pregevole azione condotta dai cacciatori volontari e dalle guardie venatorie provinciali. Il rispetto della libera iniziativa imprenditoriale, sancita dalla costituzione, non può essere violata né dai burocrati della provincia né dai sacerdoti dell'ambientalismo, né da dirigenti di piccole associazioni venatorie in cerca di accreditamento.