AVEZZANO. E’ trascorso poco più di un mese dal sequestro di una fabbrica marsicana sotto la quale erano state sepolte tonnellate di rifiuti tossici, eppure i capannoni della vergogna continuano a proliferare.
Durante un’attività di controllo del territorio coordinata dal Comando Provinciale di L’Aquila, la Forestale di Avezzano con la collaborazione dei Vigili del Fuoco di Avezzano e L’Aquila, ha infatti scoperto un altro deposito di rifiuti pericolosi all’interno di un capannone a Luco dei Marsi, in una zona a ridosso delle aree agricole e industriali. Un secondo capannone, pieno di rifiuti speciali, è stato scoperto e sequestrato anche a San Benedetto dei Marsi.
In base alle prime analisi, si tratterebbe di materiali diversi e stoccati in grandi balle, provenienti forse dalle regioni meridionali, ipotesi avanzata anche per il primo sequestro nel mese di gennaio.
L'operazione è scattata nel quadro di un'inchiesta della Procura della Repubblica di Avezzano avviata in seguito alle indagini del CFS già dal mese di gennaio.
In base all’inchiesta, sarebbero 6, complessivamente, le persone indagate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e, secondo quanto si apprende, esse sono riconducibili alla proprietà e all'uso degli stessi capannoni a cui sono stati apposti i sigilli da parte degli agenti del CFS.
Redazione Avezzano Informa
Ph. CFS