AVEZZANO. «Mi date la parola, ma in realtà me l’avete tolta con le emozioni che mi avete fatto provare. Oggi per me è nuovo battesimo perché nasco ad Avezzano una seconda volta. Questa città non rappresenta più solo le mie radici e la mia nostalgia, ma è anche la madre che mi riaccoglie come un figlio, come se non fossi partito mai, come se tornassi per una festa e trovassi il mio nome su un portatovagliolo in una tavola imbandita a festa». Così un emozionato Gianni Letta ha accolto la cittadinanza onoraria che ieri gli è stata conferita in una seduta straordinaria del consiglio comunale di Avezzano.
Una cittadinanza onoraria che, come ha spiegato il sindaco Giovanni Di Pangrazio, non viene solo dal capoluogo marsicano, ma da tutta la Marsica, vista l’unanimità espressa dall’intera adunanza dei sindaci. «Un’unanimità» ha dichiarato il primo cittadino «che fa venir meno le differenze e lascia solo l’orgoglio del popolo marsicano». Di Pangrazio si è detto fiero ed emozionato nel conferire l’importante riconoscimento ad un uomo di stato, ad un lavoratore che dà lustro al territorio e che si contraddistingue per la pacatezza nell’eloquio, la tranquillità, la moderazione, tutte caratteristiche di cui oggi l’Italia ha un forte bisogno. «Questo conferimento» ha aggiunto «rafforzerà il legame, già esistente, con la nostra terra e ci aiuterà anche ad affrontare i nostri problemi. Ho conosciuto Letta durante il terremoto dell’Aquila e ho subito apprezzato la sua grandezza. Perché è nei momenti di difficoltà che si scopre il valore delle persone». «È un uomo che dà speranza» ha proseguito Di Pangrazio «e ci permette di portare nel mondo il brand del nostro territorio: il Fucino. Non dimentichiamo, infatti, che anche nei periodi più duri la Marsica ha potuto risollevarsi grazie all’agricoltura».
Il sindaco, dopo aver elencato gli importanti riconoscimenti con cui Letta è già stato insignito dal Capo dello Stato, da Papa Benedetto XVI e dal Presidente della Repubblica francese, con la Legion d’Onore, ha voluto ringraziare tutti i presenti, tra i quali gli onorevoli Filippo Piccone e Paola Pelino, il presidente del consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, il presidente della Provincia Antonio Del Corvo, i rappresentanti delle forze dell’ordine, tutti i sindaci della Marsica e i familiari di Letta. Ha poi rivolto un grazie affettuoso agli assessori e ai consiglieri del Comune di Avezzano che hanno votato all’unanimità il conferimento della cittadinanza onoraria.
«Grazie Gianni Letta per il prestigio che hai dato alla nostra città, per l’entusiasmo con cui hai accolto il riconoscimento» ha concluso il sindaco «grazie per quello che hai fatto e per quello che farai per il nostro territorio di cui sei uno dei cittadini più illustri. Benvenuto».
La parola è poi passata al presidente del consiglio comunale Domenico Di Berardino che ha dato lettura della delibera dell’assegnazione della cittadinanza onoraria, ripercorrendo le tappe della carriera di Letta e sottolineandone la straordinaria levatura morale e intellettuale, con la quale ha saputo distinguersi in ambito nazionale e internazionale. Ha evidenziato ancora una volta il suo legame con la comunità di Avezzano e della Marsica, onorata, da ultimo, con la presidenza del comitato d’onore per le celebrazioni del centenario del terremoto del 1915.
Profonde parole di apprezzamento e di totale adesione anche dal Prefetto della Provincia dell’Aquila, Francesco Alecci, il quale ha ammirato l’unanimità dell’iniziativa, il comune sentire che arriva quindi da una molteplicità di attori locali che rivendicano la loro specificità
Oltre alla pergamena con la motivazione della cittadinanza onoraria, all’ex sottosegretario della Presidenza del Consiglio dei ministri è stata donata anche una chiave in argento con lo stemma del Comune di Avezzano, realizzata a mano dagli studenti del Liceo Artistico “Bellisario di Avezzano”.
Coinvolto e coinvolgente l’intervento finale di Letta che ha ricordato la forza della Marsica già nell’antica Roma, l’orgoglio e l’unità di un territorio che è riuscito a rimanere coeso, nonostante qualche ovvia e naturale contrapposizione, e che avrebbe meritato di essere riconosciuto come provincia.
«Non mi sarei meravigliato se ci fosse stato qualche dissenso a questo mio riconoscimento» ha commentato Letta «l’unanimità mi stupisce e mi rende felice, aggiungendo a questa mia cittadinanza onoraria uno straordinario valore simbolico».
L’ex sottosegretario ha poi proseguito il suo discorso con sentimento e un pizzico di nostalgia, ricordando i suoi primi passi da cronista proprio in quell’aula consiliare, gli anni al Liceo “Torlonia” con il professor Ugo Maria Palanza, le lunghe passeggiate a parlare di letteratura e politica con Ario Gallese, i fioretti incrociati con l’allora giovane sindacalista Franco Marini.
Letta ha poi posto l’accento sul valore della concordia, grazie alla quale le piccole cose diventano grandi, citando Paolo Sorrentino che, all’indomani del premio oscar per “La grande bellezza”, ricevette la cittadinanza onoraria dal Comune di Roma. Un riconoscimento non condiviso quello del regista che, perciò, parlò dell’unità e della concordia come di un’utopia. «Voi oggi» ha allora commentato Letta «avete realizzato quell’utopia, quindi siete voi che meritate l’oscar».
«Sono grato al sindaco anche per avermi coinvolto nelle commemorazioni per il terremoto, che devono servire a guardare indietro solo per trovare gli stimoli per andare avanti» ha poi proseguito. «La vitalità di questo popolo ha saputo stupire l’Italia risorgendo dalle macerie quando tutti l’avevano dato per morto».
«Accolgo questa cittadinanza» ha infine concluso Letta «come un impegno a lavorare insieme a voi e insieme ai sindaci della Marsica, perché l’avvenire dei nostri figli e dei nostri nipoti sia migliore del passato, ma conservi comunque quella forza che ha sempre caratterizzato il popolo marsicano».
Maria Caterina De Blasis