AVEZZANO. Un libro che serva a dare una parola di verità a quella parte dell'Italia, la zona tra il casertano e il napoletano, che non tutti conoscono. Un testo che possa risvegliare le coscienze per tutte le altre zone, come quella marsicana, gravemente in pericolo. Appare così "Monnezza di Stato", il libro inchiesta che racconta i disastri ambientali che colpiscono l'Italia, presentato ieri pomeriggio alle 18:00 nella Sala Convegni dell'Istituto Don Orione.
Presenti all'incontro in qualità di relatori, uno dei due autori, il giornalista SkyTg 24, Paolo Chiariello, l'oncologo, Prof. Francesco Recchia, e l'Assessore all'ambiente e alla viabilità, Avv. Roberto Verdecchia. In collegamento Skype dagli Stati Uniti, il co-autore del testo, l'oncologo e scienziato Antonio Giordano.
Il convegno, organizzato in collaborazione con il "Comitato di difesa del territorio Equo" (cittadini di Massa D'Albe, Magliano dei Marsi, Scurcola Marsicana) ha visto protagonista una zona importante, quella tra il casertano e il napoletano, oggetto secolare di giochi sporchi e danni irrimediabili. Un incontro-riunione per compartecipare a quello che accade oggi nella Terra dei Fuochi ed assistere alle risposte dei Comitati, anche dei nostri territori, preoccupati per iniziative ed impianti che tentano di interferire con la salubrità del territorio stesso.
"Per anni nel casertano sono stati sotterrati rifiuti provenienti dalle industrie del Nord. I cosiddetti colletti bianchi affidavano queste scorie a signori che, a loro volta, consegnavano tutto a camorristi" ha raccontato nel corso dell'incontro il giornalista Chiariello. "Parlo di scorie industriali che partivano dal Nord e da città come Venezia, Brescia, Milano o Torino e poi, lungo la strada, da rifiuti industriali diventavano agenti impiegati nell'agricoltura o per lo smaltimento nelle discariche. Per tanti anni hanno smaltito centinaia di migliaia di scorie tossiche in Italia, nelle zone come mio casertano, determinando una situazione a cui non c'è rimedio. Gran parte della zona tra il casertano e il napoletano ha falde acquifere che sono irrimediabilmente compromesse. Tutto questo purtroppo accadeva sotto gli occhi dei cittadini e avveniva con la collaborazione tra esponenti del governo nazionale e mafiosi".
Per quanto riguarda la Marsica, uno dei problemi che fa discutere è il termovalorizzatore e la possibilità di una sua costruzione. Questo strumento, la cui funzione è bruciare i rifiuti organici, potrebbe comportare dei rischi elevati per la salute umana e naturale. Abbiamo chiesto un parere al Dott. Recchia, il quale si è mostrato profondamente preoccupato dall'eventualità che un termovalorizzatore venga costruito nelle nostre zone. "Sarebbe un vero e proprio disastro per la salute umana" ha dichiarato "noi viviamo in una zona circondata da monti, priva di circolazione di venti, e nel caso di pressione alta e ristagno di aria, sarebbe dannosissima la presenza di queste piccole particelle emesse appunto dal termovalorizzatore. Soprattutto le piccole molecole sono letali per i bambini, causa di molte malattie respiratorie, ma anche per gli adulti perché sono considerati degli alti agenti cancerogeni per l'apparato respiratorio".
Antonio Giordano, oncologo e scienziato (in diretta da NewYork) ha parlato, inoltre, del convegno come di un'iniziativa importante per far conoscere non solo il problema della Campania, ma lo stesso problema che affligge molte altre regioni come appunto l'Abruzzo e la zona marsicana. "I disastri ambientali si allargheranno a macchia d'olio e mi auguro che quando i riflettori di questa serata si saranno spenti ci sia un seguito a questa iniziativa perché tutti siano a conoscenza dei luoghi che sono stati bombardati da sostanze tossiche in passato e che oggi ne pagano le conseguenze" ha dichiarato Giordano. "I dati allarmanti dell'Abruzzo sono certi, soprattutto per quanto riguarda l'aumento della patologia tumorale. Il messaggio da trasmettere è che bisogna continuare a denunciare queste situazioni e risvegliare le coscienze".
Il compito dei cittadini, per Chiariello, è di impedire "scempi del genere", circondandosi di tecnici onesti e all'altezza, per dare input alla legge italiana. Lo Stato, secondo il giornalista, non riesce a controllare ogni cosa perché dal punto di vista legale si seguono teorie diverse. La scienza non riesce ancora a fornire una spiegazione del possibile danno, l'unica soluzione è quindi fornire noi stessi regole che l'industria nazionale non ha mai messo in pratica da almeno 40 anni.
Cl.C.