AVEZZANO. È stata denominata “Man of light” l’operazione che ha portato ad un provvedimento cautelare, emesso dal Gip del tribunale dell’Aquila Giuseppe Romano Gargarella, ed eseguito dai Carabinieri del Comando provinciale aquilano, nei confronti di 16 marocchini domiciliati ad Avezzano, Trasacco, San Benedetto dei Marsi, Ortucchio; Luco dei Marsi e Roma.
Tre clan di stranieri che avevano avviato, nel bacino del Fucino, organizzazioni criminali finalizzate allo spaccio di sostanze stupefacenti.
L’intera operazione, coordinata dal Pm della distrettuale antimafia dell’Aquila, Stefano Gallo, ha permesso di portare alla luce un contesto delinquenziale ben organizzato nel quale operavano attivamente quasi 75 soggetti. Oltre 250 i capi d’imputazione contestati nei confronti degli indagati, anche con riferimento a singole attività di smercio di sostanza stupefacente. A riprova dell’attività criminale anche i 510 grammi di cocaina e i 12 chili di hashish sequestrati insieme alla somma di circa 20 mila euro recuperata quale provento dell’illecito mercato.
L’indagine, con attività di intercettazione anche di alto contenuto tecnologico, è stata avviata nel mese di dicembre 2011 sulla scorta delle indagini a seguito di arresti di stranieri di origine marocchina, alcuni dei quali avevano assunto un ruolo preponderante nell’ambito dello spaccio di droga nel comprensorio della Marsica, con base operativa a San Benedetto dei Marsi, Trasacco e Luco.
È proprio in questo ambito che le indagini hanno permesso di individuare delle particolari personalità criminali in grado di gestire il traffico di stupefacenti anche grazie ai contatti, di più alto livello, con personaggi dell’area lombarda e romana, che garantivano l’approvvigionamento della droga da immettere nel mercato marsicano, divenuto molto fertile. Inoltre, l’appartenenza a una unica etnia di tutta la rete di indagati, ha favorito l’operatività delle persone coinvolte, anche per lo stato di clandestinità che ha caratterizzato alcuni degli immigrati, ma ha reso più difficili gli accertamenti per via della lingua utilizzata nel corsi delle conversazioni intercettate.
Le indagini hanno però fatto emergere anche il coinvolgimento di soggetti italiani residenti nell’intera area marsicana. Alcuni di loro, dopo aver acquistato la droga dagli extracomunitari, la vendevano al dettaglio ad altri assuntori.
Le indagini hanno, inoltre, consentito di acquisire nuove informazioni sulle metodiche di occultamento della droga, adottate proprio per depistare i militari operanti ed evitare di perdere la preziosa fonte di illecito arricchimento. Questa è, ad esempio, la chiave di lettura del rinvenimento di ingenti quantitativi di cocaina e hashish occultati tra la vegetazione dei terreni agricoli della piana del Fucino, dove i controlli delle Forze di Polizia non possono essere frequenti come nelle aree urbane.
Ieri si è così conclusa l’attività di indagine, con l’esecuzione di un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di 16 persone colpite da custodia cautelare in carcere. Sono state complessivamente eseguite 7 misure cautelari in carcere e sono ancora attivamente ricercati 9 soggetti alcuni dei quali, già individuati, risultano avere di recente lasciato l’Italia per il proprio paese d’origine.
L’operazione sul campo è stata condotta con lo spiegamento di circa 50 militari del Comando provinciale nonché da alcune unità cinofile antidroga e da un elicottero del Nucleo di Pratica di Mare.
Le indagini della complessa attività svolta dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Avezzano hanno fatto emergere il radicamento di tre distinti gruppi delinquenziali di cittadini extracomunitari di origine marocchina dediti all’illegalità in genere che, quasi naturalmente, diventano interlocutori dei tossicodipendenti del luogo per l’acquisto quotidiano delle dosi.
Questi gruppi, tutti insistenti nel bacino marsicano, erano ben strutturati, con posizioni verticistiche, chiare gerarchie e una perfetta divisione di compiti. I componenti si dividevano in capi, cassieri, magazzinieri e corrieri. Ricevevano le richieste dei tossicodipendenti del luogo e, quando non potevano soddisfarle direttamente, si rivolgevano a connazionali impegnati nello stesso illecito settore, in grado in quel momento di rifornirli, creando di fatto una enorme funzionale rete di spaccio. I clienti erano principalmente cittadini dell’abitato in cui i diversi gruppi risiedevano e quest’ultimi davano prova di conoscere molto bene il territorio, come muoversi, di chi diffidare.
Si sono creati, così, gruppi organizzati che, seppur in alcuni casi in modo rudimentale, apparivano e operavano come associati, agevolati dall’intreccio di relazioni fidate tra marocchini in terra straniera che consentiva l’immediato approvvigionamento di stupefacente di ogni tipo ed uno spaccio al minuto coperto dalla più profonda omertà e agevolato in modo consistente dall’uso della lingua straniera.
L’indagine ha individuato anche i canali di rifornimento della droga che proveniva dall’area lombarda e dalla capitale.
Ai 7 provvedimenti cautelari eseguiti ieri sono da aggiungere ulteriori 15 soggetti arrestati in flagranza di reato per spaccio di stupefacenti nel corso delle attività d’indagine, portando il risultato dell’attività a 35 arresti complessivi.
Gli arrestati sono stati tradotti nei carceri di Avezzano, Teramo, Roma e Napoli Poggioreale.
Redazione Avezzano Informa