AVEZZANO. Associazione a delinquere finalizzata al bracconaggio, uso di armi clandestine per abbattere animali protetti, e non, nell’area del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, e ricettazione. Queste le ipotesi di reato contenute in dodici avvisi di garanzia emessi nei confronti di altrettante persone che, secondo gli inquirenti, hanno cacciato di frodo nelle aree del Pnalm.
Stando alle indagini, condotte dal Corpo Forestale di Avezzano, i cacciatori nascondevano i fucili sotto le rocce, vicino ai pascoli degli animali selvatici protetti nel Parco e, dopo averle usate per abbatterli, le riponevano nei nascondigli. Gli animali uccisi venivano macellati sul posto.
Redazione Avezzano Informa