«Il cordoglio spesso non costa nulla: costa molto di più impegnarsi ad arginare la precarizzazione di una professione che Isolina Scarsella ha interpretato fino alla fine con grande dignità e altrettanta professionalità». Va dritto al punto Stefano Pallotta, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, nell’ultimo saluto alla collega Isolina Scarsella, scomparsa a cinquant’anni.
Ho avuto il piacere di lavorare con Isolina per qualche anno e ne ho apprezzato la forza smisurata racchiusa nel suo piccolo corpo, era una giornalista professionista e si vedeva. A cinquant’anni però era ancora alla ricerca di una stabilità lavorativa: «Isolina fino all'ultimo ha atteso che la sua posizione di precaria dell'Ufficio stampa della Giunta regionale venisse regolarizzata o quantomeno rinnovata anche sotto forma di semplice collaborazione – così Stefano Pallotta – Purtroppo è arrivata prima la morte. Nel suo nome, come nel nome di tutti quei giovani che del giornalismo vorrebbero fare la loro professione occorrerebbe che si smettesse una volta per tutte di continuare a rubare loro sogni e speranze».
E già, il nostro non è un mestiere, è una professione di quelle che segnano i gradi sul termometro della civiltà e della democrazia in un Paese. Ci vengono richieste sempre più correttezza, imparzialità, consapevolezza. Non tutti possono fare i giornalisti ma quelli che ogni giorno lavorano affinché i cittadini possano avere le informazioni non si arrendono: scrivere un pezzo per cinque euro lorde è sempre più dura. Forse le gratificazioni arriveranno nell’altra vita.
Ciao Isolina.
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