AIELLI. Era il 2011, quando, a dispetto del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ad Aielli venne cambiato il nome di Piazza Risorgimento che, tra polemiche e slittamenti, venne dedicata, insieme ad un busto commemorativo, al prefetto fascista Guido Letta. Una decisione che finì anche sulle pagine di cronaca nazionale, visto l’illustre nipote del prefetto: l’allora Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta.
Oggi, a distanza di quattro anni, cala il sipario sulla controversa vicenda. Il nuovo sindaco di Aielli, Enzo Di Natale, infatti, ha fatto rimuovere il busto di Guido Letta e si appresta anche a cambiare nuovamente nome alla piazza del centro marsicano.
Immediato il commento dell’Anpi Marsica che ha accolto con vivo compiacimento la decisione dell’amministrazione comunale di Aielli. «La passata amministrazione» ricordano Antonio Rosini e Carlo Komel, presidente e segretario della sezione marsicana dell’Associazione dei partigiani «nonostante la contrarietà di buona parte della popolazione e dell’Anpi, decise di cambiare il nome di Piazza Risorgimento in Piazza Guido Letta esponendo lì anche il busto». «Guido Letta» spiegano «fu prefetto sotto il fascismo e si occupò della gestione delle leggi razziali, fu membro della segreteria personale di Benito Mussolini e, in quanto tale, intermediò con il vile sicario di Giacomo Matteotti, ordinato o ispirato dal Capo del Governo fascista, aderì alla Repubblica di Salò e fu convinto assertore e rigoroso attuatore delle leggi razziali, causa della deportazione e morte nelle camere a gas di migliaia di ebrei italiani. Per i suoi “meriti nazifascisti” fu insignito dell’Ordine dell’Aquila Tedesca, una speciale onorificenza istituita da Adolf Hitler».
«La rimozione della scultura di Guido Letta e il ripristino del nome di Piazza Risorgimento, oltre che essere un atto di buon senso» dichiarano Rosini e Komel «rende omaggio ai garibaldini, a quanti nel primo risorgimento lottarono per l’unità d’Italia, ai partigiani e a tutti coloro che si batterono, contro il fascismo e il nazismo, per mettere fine alla barbarie delle camere a gas e ridare all’Italia libertà e indipendenza». «L’Anpi» concludono presidente e segretario «continuerà a battersi, con spirito democratico e unitario, per far conoscere e difendere i principi che, grazie alla lotta antifascista e partigiana, furono scolpiti nella Costituzione Repubblicana». (Mc.dB.)