PROVINCIA. «In materia di ricerca ed in particolare di Crab, la Provincia dell’Aquila, nello scorso mandato ha espresso precise volontà, disattese, e, purtroppo, ora se ne manifesta tutta la gravità. La Provincia non ha partecipato alla decisione scellerata, assunta con assemblea straordinaria, che ha decretato la messa in liquidazione e, speriamo di no, la fine della ricerca». Questa la dichiarazione dei due consiglieri provinciali di minoranza Felicia Mazzocchi e Gianluca Alfonsi in merito alla preoccupante situazione del Crab, i cui dipendenti hanno lamentato le promesse disattese e la mancata retribuzione che va avanti ormai da otto mesi.
«Nello stato di liquidazione non ci vuole molto ad immaginare la difficoltà, anzi l’impossibilità, di partecipare a qualsiasi progettazione o bando capace di portare soldi alla ricerca e far campare in autonomia il Crab» proseguono i due consiglieri. «Ci siamo sgolati con la Regione per spingere all’emanazione di una legge regionale abbozzata unanimemente in consiglio provinciale. Ma dopo un percorso iniziato nel verso giusto, con la nuova amministrazione regionale si è cambiata direzione». «La provincia» vanno avanti Mazzocchi e Alfonsi «non poteva condividere il meccanismo della liquidazione e la conseguente nomina di ben quattro liquidatori con le relative indennità, peraltro non preventivamente determinate, come invece hanno deliberato gli altri soci, Regione e Comune, in barba ai risparmi di spesa imposti dal momento contingente e con la certezza di esporre gli Enti a debiti fuori bilancio indefiniti. Dopo più di un anno quale è il risultato prodotto dalla liquidazione? Nessuno. La ricerca, come la sanità, deve trovare spazio nel bilancio regionale con la puntuale costante doverosa programmazione. Senza girarci troppo attorno. Si sono messe in campo forze scaturite dalla compensazione elettorale, ma senza risultato, e, a meno che non ci siano pronti interventi finanziari atti a rimettere in bonis l’attività, la cancrena è irreversibile».
«Questo modo di operare» concludono i due consiglieri provinciali «non ci appartiene e comunichiamo da ora di chiedere al presidente quali siano le intenzioni della Provincia posto che a fronte di un condivisibile preciso doveroso impegno politico a tutela delle maestranze e della ricerca, la stessa è fuori dalle competenze istituzionali e dovrebbe essere dismessa la partecipazione. È ora di prendere serie decisioni, che di indecisioni non se ne può più».
Redazione Avezzano Informa