COLLARMELE. «Questa mia nota per fare un po’ di chiarezza sulla situazione relativa al progetto “Campus Valle del Giovenco”. La vicenda ormai nota ai più per via delle polemiche innescate a ritmi sempre più serrati, nasce nel momento in cui, alcuni sindaci del nostro territorio, hanno deciso di investire tempo e risorse al fine di poter dare una possibilità al nostro territorio, quello della Valle del Giovenco, di un investimento infrastrutturale di eccellenza». Questa la dichiarazione del sindaco di Collarmele Antonio Mostacci, che vuole far luce sulla realizzazione del campus scolastico finanziato dalla Regione.
«I sindaci dei Comuni associati nei vari servizi» prosegue il primo cittadino «e, specificatamente, i sindaci di Aielli, Bisegna, Cerchio, Collarmele e Ortona dei Marsi, dopo aver letto questa possibilità, si sono trovati di fronte alla scelta di predisporre un progetto che riguardasse solo i Comuni associati oppure ampliare l’ambito territoriale di questa iniziativa a tutto il territorio che fa riferimento alla ormai ex Comunità Montana Valle del Giovenco». «La scelta di includere, nata da tutti i Comuni associati» spiega Mostacci «è venuta dalla convinzione che un progetto strutturato in maniera ancora più ampia poteva aver quel quid pluris che avrebbe consentito al progetto di assumere una valenza ancora maggiore nell’ambito regionale e conseguentemente presso il Miur. Spinti da tale convinzione si è proceduto a contattare gli altri sindaci del territorio per esporre tale progetto e deciderne insieme anche la localizzazione».
«Senza soffermarmi sulle polemiche che sono nate dopo la mancata partecipazione di alcuni sindaci alla prima riunione e senza voler alimentare le evidenti strumentalizzazioni postume di una parte politica ben delineata» aggiunge ancora «i sindaci dei sei Comuni, i cinque associati più il Comune di Pescina, hanno ritenuto localizzare l’ipotesi di intervento nel territorio di Collarmele e precisamente lungo la SS 83, all’altezza della zona artigianale del paese. La scelta è ricaduta su questo sito in quanto considerato baricentrico per i Comuni aderenti e comunque già dotato di alcuni sottoservizi».
«L’utilizzo strumentale di questa localizzazione» incalza Mostacci «è veramente inaccettabile. Io ritengo che un amministratore debba usare degli argomenti seri nelle proprie esternazioni e non buttare fumo negli occhi ai cittadini; è passata purtroppo l’idea che il complesso nascesse a Collarmele, in luogo decentrato e inaccessibile, mentre in verità la localizzazione del sito era più prossima ad altri paesi che a Collarmele stesso; si sono fatti riferimenti alle condizioni metereologiche dimenticando che il Comune di Collarmele è sempre stato all’avanguardia nel gestire le situazioni di emergenza neve, a differenza di molti altri centri, senza far alcun riferimento diretto, ma chi vuol intendere intenda, che sono rimasti in condizioni di grande disagio per settimane nell’evento straordinario dell’inverno 2012». «Ma non voglio cavalcare le polemiche» va avanti «voglio solo dare un contributo positivo alla discussione; sono pronto ad accettare smentite da chiunque neghi che il sottoscritto, anche andando contro gli ipotetici interessi del proprio Comune, capofila dell’intervento, ha sempre rappresentato la possibilità di ricercare altre localizzazioni, senza preclusione alcuna, spinto dall’idea che questo nostro territorio ha necessità e bisogno di colmare un gap infrastrutturale evidente rispetto ad altre realtà». «Continuo ora ad affermare che, qualora vi fossero le condizioni sia politiche che amministrative per poter trovare una soluzione dirimente» afferma ancora «sarei disposto ad appoggiare convintamente anche una nuova localizzazione purché il nostro territorio non perda questo treno che porterebbe, se afferrato, sicurezza ed innovazione alle nostre infrastrutture scolastiche. Il futuro dei nostri figli deve andare aldilà di ogni sterile e puerile polemica politica, e per questo l’unica strada da percorrere è quella che tende alla coesione territoriale».
«Per tali ragioni» conclude Mostacci «sono disponibile a parlare anche di nuove possibilità, ma senza diktat da parte di nessuno, ritenendo, convintamente, che il ruolo dell’amministratore sia quello di guardare aldilà delle barriere culturali e campanilistiche ed avere un visione più ampia che possa portare ricchezza e beneficio alle nostre collettività».
Sulla vicenda del campus scolastico della Valle del Giovenco, si è espresso anche il Movimento 5 Stelle di Pescina. «Come ricorda il portavoce Gianluca Vacca membro della commissione cultura, scienza e istruzione, nostro ospite il 10 ottobre» commentano i pentastellati «se realmente si vuole fare l’interesse del territorio, basterebbe consultare l’anagrafe dell’edilizia scolastica recentemente realizzata e vedere quali sono le realtà scolastiche strutturalmente irrecuperabili che avrebbero bisogno, non di lavori di manutenzione ma, di una ricostruzione totale. Ce ne sono molte in queste condizioni e non si vede la ragione di questo piano portato avanti dalla giunta regionale». «Occorre ricordare» proseguono dal Meetup di Pescina «che questi finanziamenti vincolati alla costruzione di nuove scuole, che derivano dalla legge 107, la cosiddetta “Buona Scuola”, sono soldi, 300 milioni di euro totali, sottratti proprio alla messa in sicurezza delle scuole e stanziati dal precedente governo in un decreto del 2013. Renzi ha quindi sottratto preziosissime risorse alla manutenzione delle scuole che invece oggi avrebbero risolto moltissimi problemi a molti istituti abruzzesi».
«È bene ricordare» chiariscono ancora «come previsto da decreti ministeriali, che prima di decidere sul come spendere quei soldi, per legge si sarebbero dovuti ascoltare tutti gli enti interessati, i Comuni avrebbero dovuto manifestare le proprie esigenze e, dopo aver stabilito le priorità, sulla base delle volontà espresse la Regione avrebbero potuto decidere come spendere quei soldi. Da ricordare c’è anche che il finanziamento non è stato creato per fare l’aggregazione di più scuole, questo è assolutamente falso e non sta scritto da nessuna parte che si debbano creare “nuove istituzioni scolastiche”».
«Quello che andava fatto, come previsto per legge» suggeriscono i 5 stelle «era quindi consultare gli enti interessati per poi prendere decisioni, non far calare dall’alto queste scelte da parte della regione. In questo momento è importante chiedere una sospensione della delibera e fare ciò che è previsto dalla legge, chiedendo al ministero la deroga temporale per poi avviare una fase di consultazione. Se poi la necessità del territorio è quella di realizzare nuove scuole, coinvolgendo gli enti interessati, è importante creare una soluzione condivisa e migliorativa per chi ci va, migliorativa per gli studenti, migliorativa per i docenti, migliorativa per tutti».
«Facciamo un invito ai Comuni e agli enti coinvolti, in particolar modo all’amministrazione di Pescina» chiosano i grillini «perché mantenga la parola data durante le elezioni, quando nel programma elettorale si prometteva un coinvolgimento delle scuole, insieme alla popolazione, per la valorizzazione della propria città, che così viene meno. La scuola non deve essere usata come ultima ruota del carro, la scuola richiede maggiore dignità e maggiore rispetto».
Redazione Avezzano Informa