OVINDOLI. Si è appena concluso, ad Ovindoli, l’Ovindoli Mountain Festival, la prima maratona di festa e sport sulla neve che dà un senso e un significato alla neve stessa. Fra le vette innevate d’oro bianco dell’Appennino, s’è bevuto tutto d’un sorso, la sera del 22 gennaio, la prima goccia di vino buono della seconda edizione del Festival della Montagna che esplode ed implode in Abruzzo.
Ciurme di turisti indaffarate ai piedi del villaggio enogastronomico allestito in pieno centro storico ovindolese: l’abbraccio fra la vetta e la valle è riuscito perfettamente. Portata a casa l’iscrizione ai corsi d’alta quota, sabato 23 gennaio, si è passati sulle piste da sci di Ovindoli Monte Magnola Impianti. A piazza San Rocco, poi, hanno preso vita le ‘case’ di legno dei prodotti più tipici del territorio, assieme ad una degustazione di vini, liquori e vin brulé, protagonisti di un lancio ufficiale del Festival della Montagna con la gente e per la gente che indossa gli sci al posto delle scarpe da ginnastica. Un adventure mini-camp, suddiviso in tre momenti di gioco avventuroso quali due ponti tibetani e la carrucola, ha fatto breccia nel cuore dell’inverno. Le redini del campo avventura sono state trainate da Vincenzo Salino e Felice Flavi, volontari della Pivec (Pronto Intervento Volontario Emergenze Civili), in collaborazione con la Edil Extrime (ditta specializzata in formazione e realizzazione di attrezzature in casi emergenziali) e la Uts (Unione tecnica di Soccorso).
Partner ufficiale e colonna sonora roboante del Festival, da due anni a questa parte, Radio Globo, la radio della Capitale, frequenza ascoltatissima che, grazie ad una collaborazione sinergica con Monte Magnola Impianti, ha dato voce, durante la tre giorni ovindolese, alle piste da sci innevate dedite allo sport.
«Il paese di Ovindoli ci ha accolto nel migliore dei modi» spiegano le due voci annidate da anni nei microfoni parlanti di radio Globo quali Roberto Marchetti e Federico della Valle, accompagnati dal tecnico Alessandro Battisti. «L’anno scorso» hanno aggiunto «abbiamo vissuto il Festival con il massimo dell’entusiasmo. Quest’anno speriamo di aumentare l’asticella del divertimento. La scorsa stagione dell’Ovindoli Mountain Festival ci ha lasciato nel cuore il ricordo del vero spirito avventuroso della montagna; in fondo, per accalappiare il respiro dei monti silvestri, non occorre andare fin sulle Dolomiti; dietro l’angolo di casa, infatti, dal Lazio all’Abruzzo, è possibile trovare, ad Ovindoli, gli occhi più belli ed appassionati della montagna».
Ad addolcire la satira genuina dei tre della Radio maestra di Roma, la cioccolatiera adottata marsicana Margaret Di Lauridsen, titolare, assieme al marito, della realtà gastronomica ‘Gaudeamus’. «La mia azienda vive nella Marsica da 10 anni di età: mi sono trasferita qui nel 1997 e, proprio lungo via Moretti, ho dato alla luce questo crocevia color nero fondente. La specialità di ‘Gaudeamus’ è rappresentata dai cioccolatini ripieni. Oggi, nonostante l’economia non galoppante italiana, non ho affatto dei ripensamenti: l’Italia è bella, soprattutto dal punto di vista umano».
Insieme al cioccolato anche il tartufo dell’azienda ‘La Serra’ di Marcello Marcanio, a Celano, culla di tartufi freschi e dei prodotti tipici del bosco, che ha sposato in pieno lo spirito guida del Mountain Festival, assumendo su di sé l’incarico di un paradisiaco percorso guidato fra gli aromi accattivanti di una terra antica, ma moderna: «Attivo sin dal 2002, produco tutte le tipologie di tartufo, fra cui spicca il rinomato tartufo bianco. Per andare a caccia dell’oro nero e bianco, soprattutto nelle nostre zone, occorre avere in primis un buon fiuto cagnesco di fianco e, in secundis, tanta passione archiviata nella testa, per non parlare poi di un amore smisurato per Madre Natura». Dal salato al dolce con il miele dell’apicoltore Fabio Alberto Montagliani, esperto di api per la terza generazione e originario di Aielli. Nel villaggio enogastronomico di piazza, quindi, fra le note del ‘Folk and Blues dall’Abruzzo all’Irlanda’, anche l’odore di un miele da medaglia d’argento. «Sono un produttore biologico, arrivato a produrre, quest’anno, circa 14 tipologie di miele, alcune delle quali anche premiate a livello nazionale. Fra queste spicca l’acacia, varietà più quotata per quel che concerne la stagione odierna. Il nostro fiore all’occhiello è il Millefiori. Lo fabbrichiamo grazie alla fatica di 500 alveari, sopra gli 850 metri di altitudine».
Presente all’appello dei ricamatori del gusto proibito, anche Gabriele Gemini, esperto di gastronomia: «I miei prodotti di punta» spiega «sono salumi e formaggi abruzzesi. La mia azienda è in vita da 10 anni circa, ed è seduta accanto alla produzione personale che ho di liquori, la quale sopravvive da sei anni». Prodotti apprezzati, questi, in tutto il mondo, esportati anche in America. Fa da contraltare alla carne di qualità, il legume sano della terra marsa. A Santa Jona, frazione di Ovindoli, fa tappa un’azienda che ha a che fare con la concezione più antica della ricchezza del territorio; si chiama ‘Come natura crea’ e fa le scarpe all’urbanesimo odierno. Alessandro Marcanio, imprenditore agricolo dall’anima verace, vende praticamente natura. «Tratto legumi, tartufi e prodotti di nicchia, assieme al più particolare topinambur rosso, un prodotto che da 15 anni coltivo e curo personalmente. È la famosa ‘patata dei poveri’, nata in cattività in quanto pianta infestante. In gergo, ha nome di ‘Carciofo di Gerusalemme’, una pietanza molto salutare dal punto di vista della celiachia». A chiudere un ventaglio di espositori enogastronomici low cost, ma di hight quality, che fanno da specchio all’identità più intima di un territorio, anche il cartello del sociale. L’Associazione ‘A.s.d. One Love’, che ha sede proprio nel Comune di Ovindoli stesso, è una parentesi positiva lasciata aperta sul concetto del volontariato moderno con le adozioni degli amici a quattro zampe a costo zero. «Noi diamo seguito ad attività cinofile e di volontariato nei canili che trovano casa fra le mura delle nostre zone di residenza. Da un anno a questa parte abbiamo dato luogo a 30 adozioni in totale» chiarisce la volontaria Francesca Calabrese.
Il mare d’inverno, quindi, attrae non solo vecchi lupi di neve, ma anche nuovi palati turistici. L’offerta è variegata, come afferma il vicesindaco di Ovindoli, Marco Iacutone: «Immerso nel verde più brillante del Parco regionale Sirente-Velino, il Comune di Ovindoli, oggi, offre tutto ciò che c’è di più buono in Abruzzo, dallo sport al cibo, dal vino alla goliardia, dalla musica alla cortesia. Noi amministratori comunali, tentiamo, infatti, di incorniciare in maniera diretta ciò che abbiamo già in nostro possesso e dotazione, come il grande dono delle montagne. Mi faccio artefice di una promessa rivolta a chi sta leggendo in questo momento: alla prossima edizione, speriamo di allungare la festa qualche giorno in più, perché Ovindoli crede nel progetto fermamente. Si sbandiera sempre, nei piani politici più alti, di ripartire dal territorio: pare che ci voglia molta fatica per mettere in piedi un evento del genere, che, appunto, riparte dal territorio stesso, ma nella realtà dei fatti, occorrono solo pochi ingredienti di qualità, come l’entusiasmo, le montagne, il centro storico e i prodotti tipici del Parco, per far sì che ciò avvenga. A noi cosa compete, in fondo? Solo il loro armonioso assemblaggio, in maniera tale che diventino un’offerta amalgamata per i turisti che chiedono il ‘di più’».
Redazione Avezzano Informa