Dopo decine di comunicati ed annunci lanciati a più riprese nei quattro anni del suo mandato, dopo il posizionamento nel centro-città di orrende barriere per la chiusura del traffico, l'inutile intervento del neo assessore Stati mandato a "trattare" con i commercianti, alla fine sull'isola pedonale Di Pangrazio manda all'aria tutto il lavoro fatto dagli innumerevoli assessori che ha nominato e sostituito e decide di non decidere.
L'ultimo annuncio del sindaco, ovvero il lancio di un referendum consultivo sulla chiusura di una porzione del centro alle auto, è infatti una non-decisione che sarebbe semplicemente ridicola se non fosse tragica. Il sindaco supertecnico, dirigente della Pubblica Amministrazione da oltre vent'anni, in quattro anni di mandato non ha portato a termine uno solo dei tanti progetti annunciati sull'assetto urbanistico della città e continua a navigare a vista, a colpi di comunicati stampa ad effetto, cercando di accontentare tutti senza scontentare nessuno.
E' impensabile affrontare con un referendum il tema qualificante dell'isola pedonale alla fine del mandato, ma è soprattutto offensivo dell'intelligenza dei cittadini tirar fuori un comunicato dietro l'altro definendo l'isola pedonale una volta un progetto studiato con criterio e necessario per la città, una volta un diktat imposto da una sentenza del Tar, per poi infine rifiutare di prendere una decisione dettata da un approfondito studio della materia, responsabilità precisa del sindaco di una città attorno a cui ruotano interessi ed esigenze di 45.000 abitanti.
Ed ora ad un anno dalle elezioni, il sindaco supertecnico chiede ai cittadini di pronunciarsi su questioni sulle quali si sono già espressi quattro anni fa, approvando il suo programma elettorale nel quale la questione dell'area pedonale viene chiaramente affrontata e legata a tre essenziali premesse: la progettazione urbanistica di Avezzano futura, la riqualificazione del centro storico ed il correlato piano del traffico.
Nulla di tutto questo è stato fatto.
Che fine ha fatto il progetto di arredo urbano tanto pubblicizzato fino a un anno fa? Che fine ha fatto l'ingegnere vincitore del concorso di idee per realizzare la nuova fontana in Piazza Risorgimento? Che fine ha fatto la quota degli 800.00 euro donati dalla Fondazione Carispaq ad Avezzano per il restyling del centro città?
E se pure questo referendum si dovesse fare – nutriamo seri dubbi in proposito – come farà l'amministrazione ad attuarne gli esiti a pochi mesi dalle elezioni?
Di Pangrazio ancora una volta si prende gioco dei cittadini continuando a credere che la battuta ad effetto sia la migliore scorciatoia per aggirare la complessità e la gravità del quadro economico e sociale cittadino.
Gioca con le regole istituzionali, saltando a piè pari, anche sul tema dell'area pedonale, il confronto con il supremo organo istituzionale eletto dal popolo: quel Consiglio comunale rimescolato, confuso tra maggioranza e opposizione senza che nessun consigliere e nessun partito della maggioranza osi proferir parola.
Basta con i continui ripensamenti, ordini e contrordini, basta con le prese per i fondelli. Non si governa così, non è corretto, non è giusto, non è produttivo per la città. Ad Avezzano si è superata ogni misura, la situazione è ormai intollerabile, e con questo modo superficiale di amministrare stiamo diventando gli zimbelli della Provincia.
Red Azinfo