«La ricerca è una risorsa per il Territorio: le altre Regioni lo hanno capito, l’Abruzzo NO. La politica che cosa fa?». Nel novembre scorso i lavoratori del Crab, il Consorzio di Ricerche Applicate alle Biotecnologie di Avezzano, spostarono la loro protesta fuori dai cancelli del Consorzio mandando per le strade della città una vela itinerante con la frase su ricordata. Il messaggio era rivolto ai politici in generale e più in particolare al sindaco Giovanni Di Pangrazio e a tutti i consiglieri regionali marsicani.
La situazione attuale per i lavoratori del Crab dice questo: sono stati pagati gli stipendi arretrati fino a novembre 2015, il Consorzio è ancora in liquidazione e non può prendere commesse nazionali o europee, i lavori già avviati si avviano a conclusione e presto ci sarà una “scopertura”.
Visto che la ricerca non può vivere con le gambe proprie avendo bisogno di finanziamenti pubblici, a che punto è il risanamento economico del Crab e la legge per il riordino dei centri di ricerca regionali? Ha ancora senso parlare dell’istituzione di un unico centro regionale per le ricerche applicate alle biotecnologie?
E l’Incubatore d’Impresa e Innovazione inserito tra le azioni strategiche pluriennali nel programma di mandato dell’Amministrazione Di Pangrazio? Che fine ha fatto l’impegno di promuovere un distretto agroalimentare che sfrutti le sinergie con un Crab da valorizzare e potenziare? Che ne è stato del buon proposito di creare attraverso il Crab una banca delle “sementi autoctone del Fucino” e della individuazione/diffusione dei prodotti Doc, Igp e Dop? Dov’è la promozione delle produzioni di alta qualità, l’integrazione della filiera (dal produttore al consumatore) e la diffusione accelerata dell’economia della conoscenza soprattutto nel settore dell’industria agroalimentare?
Ma soprattutto: il Crab è ancora un centro di eccellenza da valorizzare o è soltanto un “problema” irrisolto?
Tante domande, forse troppe, mentre sono passati quattro anni nell’attesa delle risposte che devono arrivare dalla Regione e dal Comune. Un’attesa condivisa loro malgrado dai lavoratori della terra del Fucino e dai lavoratori del Crab.
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