Chi usa più l’elenco telefonico? Ben poche persone, è vero. Tanto che, ormai, non si trovano più nelle case, ma non perché non vengano messi a disposizione dall’operatore telefonico ma perché quasi tutti usano Internet, le pagine bianche o gialle online: comode, veloci e gratuite. Facilmente consultabili dal proprio smartphone e ancora meglio dal computer di casa o dal laptop dei figli.
Ma 21 milioni di italiani hanno ancora questo reperto storico a disposizione.
C’è chi lo lascia nella cassetta delle lettere, o nell’androne del palazzo (da tempo sono passate le epoche in cui veniva consegnato porta a porta) o, i più fortunati e benestanti, nel gabbiotto del portiere.
Poco male, si dirà, sono tanti gli oggetti che non usiamo più dall’avvento potente dei telefonini.
Ma il servizio costa, e non poco visto che da alcuni mesi il prezzo è stato aumentato di più del doppio (da 1,17 a 2,50 euro ogni anno) dalla Tim. Moltiplicando il costo dell’elenco per il numero di copie circolanti in Italia si arriva alla più che ragguardevole cifra di 50 milioni di euro (o alla non meno importante di 25 milioni di euro considerando solo Tim che ne distribuisce circa 10 milioni di copie).
Attenzione perché gli operatori offrono il servizio automaticamente nei contratti e per essere esentati bisogna fare una specifica richiesta di disattivazione.
La procedura è così importante che l’AgCom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha coinvolto alcuni operatori in procedimenti per scarsa trasparenza e sono partite le multe.
Fondamentalmente l’autorità ha contestato alle compagnie «l’omissione dell’informativa sulla possibilità di rinunciare alla fornitura degli elenchi e quindi all’addebito in bolletta dell’importo relativo».
Tim ha promesso il rimborso totale a chi avrebbe rinunciato alla consegna dell’elenco telefonico entro il mese di settembre e per ogni disdetta del servizio (o bolletta cartacea sostituita con quella elettronica) ha promesso anche la piantumazione di un albero.
Paolo Di Vincenzo