Una delle principali preoccupazioni per le aziende, in merito alle spese di gestione, è quella della possibilità di scaricare l’Iva. D’altronde, già nel nostro Paese le imprese sono costrette ad avere costi più alti rispetto al resto d’Europa, se non si riesce nemmeno a effettuare le operazioni che la legge consente, il rischio di uscire fuori dal mercato è altissimo.
Una attenzione particolare, dunque, va posta anche alle spese di telefonia e di energia, in particolare quest’ultima (che prevede costi elevati).
Ecco un caso particolare. Una ditta del territorio cambia ragione sociale. Il fornitore riconosce il nuovo nome (e dunque la nuova partita Iva) per ciò che concerne il gas ma non fa altrettanto per l’energia elettrica.
La ditta, ovviamente, espone la situazione diverse volte per raccomandata, rivolgendosi ai call center, per mail. Insomma, in tutti i modi possibili. Niente. Le bollette di energia continuavano ad arrivare con la vecchia intestazione non dando la possibilità di contabilizzarle alla nuova ditta. In questo modo non si è trovata nelle condizioni di onorarle (per evidenti difficoltà contabili).
Il ricordo a professionisti del settore e alla conciliazione ha permesso la soluzione del caso.
Come? Semplicemente avviando una procedura con l’Autorità per l’energia e il gas e con una serie di confronti con i rappresentanti della ditta fornitrice.
La procedura è stata complessa ma alla fine il buon senso, la professionalità e la correttezza hanno premiato. Grazie anche all’opera svolta dai conciliatori dell’energia.
L’operatore ha riconosciuto la buona fede della ditta e la correttezza della richiesta, la fedeltà del cliente (che nel frattempo aveva sempre pagato le bollette di gas correttamente intestate) e ha acconsentito a un ricalcolo dell’insoluto per quanto riguarda l’energia elettrica.
Non solo, riconosciuto il disagio causato alla ditta, l’operatore di energia ha offerto anche una minima scontistica sulle rate da pagare che ora saranno puntualmente onorate dalla ditta fino all’esaurimento del debito.
Paolo Di Vincenzo