AVEZZANO. Nuove riflessioni di don Aldo Antonelli che, questa volta, concentra le sue considerazioni sui confini e sull'Europa cristiana:
«Non riesco a capacitarmi, senza provare disgusto, di come da più parti e da opposte sponde ci si possa indignare accalorandosi attorno alle tecniche di generazione e o di morte di uno o due esseri - vi ricordate di Welby e della Englaro? - e restare muti, sardonicamente indifferenti, davanti allo scempio dell’intera vita che intercorre tra i due momenti, nascita e morte, e che riguarda milioni e milioni di persone.
Si ha l’impressione che la nebbia della propaganda e della pubblicità, che ottunde la coscienza di molti politici, incapacitati ormai ad entrare nel cuore dei problemi e farsi da loro interrogare, abbia invaso anche le menti di molti cittadini per i quali non esistono più la persone concrete con le loro problematiche, ma solo casi ideologici e, se credenti, teologici. Ci si scanna perché i bambini abbiano un padre e una madre per tacitare la coscienza e poi li si rende orfani, affamati e randagi per alimentare il proprio benessere e garantirsi la propria sicurezza. Siamo noi (Russia, Stati Uniti, alcuni importanti membri dell’Unione Europea, Nato e altri Paesi chiave come l’Arabia Saudita, la Turchia e l’Iran) a far guerre e cacciar via dalle loro terre popolazioni intere. Siamo noi, come scrive Furio Colombo sul Fatto Quotidiano del 28 febbraio 2016, ad aver riempito la Grecia, la Turchia, i Balcani di popoli sradicati e in fuga. E siamo sempre noi a dire che ciò non va bene e a respingerli dai nostri confini. “Che se ne tornino a casa loro!”, gridiamo a denti armati.
I chilometri di muri e di fili spinati di cui la civile e “cristiana” Europa si sta riempiendo sono il monumento più vergognoso a questa ipocrisia!
A proposito di bambini, poi, non possiamo non concordare con Michele Serra il quale, dopo aver ricordato “i bambini randagi delle megalopoli, i bambini annegati nel Mediterraneo, i bambini che muoiono sotto le bombe e i bambini soldato, le bambine kamikaze, le bambine vendute come spose, i bambini ladri e i bambini accattoni, i bambini rapiti e uccisi per venderne gli organi”, aggiunge: “lo scempio dell’infanzia, nel mondo, non si occupa dei modi del concepimento e della gestazione. È del tutto indifferente al dibattito prenatale, men che meno si interessa di religione e/o di morale familiare. Colpisce la vita così come la trova. Usa i bambini (i bambini poveri, ovviamente) come merce o carne da cannone o cavie da sperimentazione. Li compra e li vende” e conclude, rimuovendo il doppio velo della pietà pruriginosa e dell’ipocrisia barricadera, «se ci si occupasse dei bambini già nati con lo stesso vigore etico, la stessa passione politica che circonda, in questi giorni, le tecniche di gravidanza, la condizione dell’infanzia farebbe un grande balzo in avanti”. È quello che ci auguriamo».
Redazione Avezzano Informa