Molto spesso, troppo spesso, non ci si rende conto che le scorrettezze delle compagnie telefoniche sono sanzionabili a suon di indennizzi. Molto spesso, troppo spesso, ci si affida alla correttezza, al pagamento delle fatture, alla puntualità sperando in questo modo di avere un comportamento simile da parte dei gestori.
Il caso di questa settimana è emblematico. Una ditta chiede un trasloco di linea telefonica fissa (poche decine di metri all’interno della stessa via in una zona centralissima) dopo aver firmato un contratto con un agente per un importo bimestrale di 80 euro (compreso Iva). Dopo le prime fatture corrette cominciano ad arrivare, invece, bollette con importi superiori, in alcuni casi fino a 6 volte la somma pattuita in sede di contratto.
La ditta paga, per correttezza, nonostante in occasione del trasloco sia stata lasciata senza linea per giorni. Ovviamente, il titolare invia fax di reclamo alla compagnia ai quali non ci sono risposte. Inoltre, invece di un trasloco l’utenza viene chiusa e poi riaperta una nuova. Ovvi i disagi non solo amministrativi per la ditta in questione che non riuscendo ad avere ragione dei propri diritti si affida a un professionista del settore che istruisce la pratica di conciliazione al Corecom.
Dopo i tempi tecnici (circa un mese e mezzo dall’invio del formulario), finalmente la conciliazione ha luogo.
Come si è risolta la controversia? Con la compagnia telefonica che ha dovuto riconoscere le proprie mancanze e con un indennizzo di 900 euro a favore della ditta. Un risultato più che soddisfacente anche se – probabilmente – lontano da quanto sarebbe stato giusto ottenere. Ma è da ricordare che con la conciliazione si ottiene un risultato veloce però non si può parlare di risarcimento danni (in quel caso si dovrebbe istruire una pratica davanti al giudice di pace con tempi molto più lunghi e con oneri elevati per le spese legali). In ogni caso un ottimo risultato per la ditta che ha ampiamente recuperato i costi non dovuti.
Paolo Di Vincenzo
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