ASTI. Sono stati più di 3000 gli alpini abruzzesi che hanno raggiunto la città di Asti per l’89esima Adunata Nazionale, particolarmente importante per le penne nere d’Abruzzo, dal momento che è arrivata un anno dopo lo straordinario successo dell’adunata aquilana, alla quale parteciparono circa 300mila persone.
«Una grande partecipazione di alpini» ha dichiarato il presidente Ana Abruzzi Giovanni Natale «dall’Abruzzo sicuramente più di tremila: una bella carovana. Alcuni sono partiti giovedì notte, altri venerdì». Sui circa 11mila iscritti alla sezione Abruzzi dell’Ana, Associazione Nazionale Alpini, i tremila sono giunti ad Asti dopo un estenuante viaggio di 700 km con pullman, camper, autobus, per quello che rappresenta il più importante appuntamento annuale per le penne nere di tutta Italia.
La Regione Abruzzo, anche per un simbolico passaggio di consegne, è stato presente in Piemonte in veste ufficiale con il Sottosegretario con delega alla Protezione Civile Mario Mazzocca, frequentatore delle adunate nazionali fin dal 1989 quando la scelta cadde su Pescara, invitato all’uopo dal presidente Sergio Chiamparino.
«Un evento a me particolarmente caro» ha spiegato il Sottosegretario «poiché denota ancora una estrema capacità di unire i cuori, gli animi e le menti e di elidere, almeno per tre giornate, le divisioni spesso laceranti a cui il popolo italiano è continuamente sottoposto». «In tali occasioni» ha aggiunto Mazzocca «amo ricordare il lascito culturale di una figura storica come Cesare Battisti. Idealista, romantico, sempre coerente, abbracciò sin da giovane gli ideali patriottici che, affiancati ed integrati al suo credo socialista, lo portarono a battersi in prima persona per l’autonomia del Trentino, per la difesa delle rivendicazioni operaie, per i diritti della minoranza italiana trentina e giuliana. Espressione di un amore sconfinato, oggi forse poco comprensibile, per la propria terra e per la propria gente, di un senso del dovere estraneo all’odierno mondo edonista, una tensione ideale a quel necessario sacrificio per l’Italia». «Un lascito che» ha concluso Mazzocca «più o meno “una grande famiglia armoniosa dove la persona prevale sul militare, forgiata in un comune amore: la montagna”».
Redazione Avezzano Informa