Roberto Verdecchia non ci sta a passare per l’assessore all’ambiente del Comune di Avezzano che ha permesso l’insediamento della Sa.Ste senza colpo ferire. E rispedisce al mittente le accuse piovutegli addosso dal Movimento 5 Stelle cittadino: «Più che portavoce, Fedele con le sue esternazioni sul caso SA.STE appare il “portacroce” di un partito ormai allo sbando che non sa più come attirare l’attenzione. Trovi altri argomenti per fare campagna elettorale. Io non sono stato a guardare al contrario di chi avoca dimissioni di questo o l’altro assessore; infatti, recepite le carte in data 30 marzo 2016, con i preposti uffici, dirigenti e funzionari, previe commissioni di maggioranza ed incontri presso la Regione, ha già dato mandato a due legali, ai fini dell’espletamento dell’opportuno ricorso all’autorità preposta. In questo modo, puntiamo a sconfessare non solo l’operato della Regione, ma anche l’azione nei confronti dei pareri rilasciati da parte di altre amministrazioni, quali ARTA Abruzzo e ASL 1, settore igenico sanitario, che, come in altri casi, pur avendo ravvisato criticità, non ne hanno mai evidenziato preoccupazioni in tema di inquinamento acustico, ambientale delle falde acquifere e delle acque di trattamento, omettendo altresì la presenza di un asilo d’infanzia alla distanza di meno di 2 km, circostanze che ad oggi consentono di scongiurare l’insediamento produttivo Powercrop».
Nella nota diffusa dall’assessorato, Verdecchia ricostruisce quasi da avvocato la vicenda: «Che il Comune sapesse dell’insediamento dell’impianto è un dato innegabile, visto che in data 8 luglio 2009, la società proponeva il suo insediamento ad Avezzano, attraverso il deposito di atti e documenti. Nel periodo successivo (anno 2010/2011) proseguiva indisturbato, il suo iter. In data 25 ottobre 2011, il Comitato di coordinamento regionale, esprimeva il parere favorevole all’esclusione della procedura di valutazione di impatto ambientale (VIA), fissando solamente le prescrizioni, - continua - circostanza che per chi conosce il codice dell’ambiente e non di certo per l’aspirante candidato sindaco Fedele e per il consigliere regionale Ranieri, tarpava le ali sia alla vecchia amministrazione che a quella attuale, in quanto bypassava il c.d. VIA attraverso la conferenza di servizi semplificata a favore dell’AIA (autorizzazione integrativa ambientale). Di qui, si proseguiva attraverso le conferenze di servizi a livello regionale in data 7 febbraio 2013 e 16 giugno 2015 (quest’ultima quando il sottoscritto non era di certo assessore all’ambiente); il tutto aveva facile gioco in quanto, in relazione allo sclassificamento della procedura avvenuta in tempi non sospetti, il Comune di Avezzano, sia con il secondo mandato di Floris che con quello attuale di Di Pangrazio, non aveva alcuna possibilità di poter incidere. Invece, il tuttologo che è alla “solerte” opposizione in Consiglio regionale, ben poteva rendersi conto di quello che si stava verificando, ovvero un insediamento produttivo con un trattamento di rifiuti speciali e pericolosi, con una potenzialità annuale di 20.135 tonnellate, pari a 67 tonnellate giornaliere».
Quindi la chiamata in causa per Fedele: «Alla luce dei fatti illustrati, peraltro tutti facilmente verificabili, rispediamo al mittente le accuse del M5S. Bugie ed inganno sono piuttosto imputabili a Fedele e “compagni”, quindi. Chissà se la vecchia politica che lega il portavoce pentastellato non sia proprio quella a cui lui stesso appartiene per legami di sangue?!».
Redazione AvezzanoInforma