La grandine è una precipitazione atmosferica che si verifica in Estate, ma anche in Inverno, in Primavera e in Autunno. Con il cambiamento climatico, l’atmosfera viene dominata più frequentemente dallo spostamento di masse d’aria Subtropicali verso le nostre latitudini, anche durante la stagione autunnale e invernale. Queste masse d’aria più calda hanno a disposizione un Mar Mediterraneo e i suoi bacini più caldi della norma a causa delle maggiori incursioni dell’Anticiclone nord-africano e di un Anticiclone delle Azzorre quasi sempre latitante in Estate.
Ciò accade quando una perturbazione carica d’aria fredda in quota e molto instabile, solitamente dal Nord Atlantico ma anche dal Mar Baltico, giunge sul nostro stivale, rompendo l’egemonia anticiclonica. I moti convettivi risultano molto più intensi, proprio come in Estate e, in prossimità delle aree costiere, possono generarsi dei veri e propri temporali marittimi o frontali, forieri di rovesci grandinigeni. Nelle nostre zone interne è difficile che questi temporali riescano ad interessarci durante l’Inverno, a meno che non ci sia una convergenza tra una massa d’aria potenzialmente instabile proveniente dall’Atlantico e una corrente d’aria molto più calda che pompa anche umidità all’interno delle nubi cumulonembi o temporalesche, in maniera tale da accelerare la portata delle correnti ascensionali, esattamente come successe nel mese di Ottobre 2015, quando un’alluvione e una serie di nubifragi colpirono la Marsica, in particolar modo la Valle Roveto (in questi casi intervenne soprattutto la complessa orografia).
Nei mesi estivi, invece, sono più frequenti i temporali di calore per via dell’insolazione consenziente alla genesi di energia termica rilasciato dal suolo e all’arrivo di aria calda dal Nord Africa che intensificano i fenomeni temporaleschi; si verificano o si originano nelle nostre aree interne montuose perché, come tutte le aree montane o interne, hanno la capacità termica e si riscaldano maggiormente rispetto alle coste o alle pianure e alle valli, per tali motivi, le infiltrazioni d’aria fresca e instabile favoriscono l’ascesa delle bolle d’aria calda create dal riscaldamento diurno e per espansione e raffreddamento di queste ultime nascono le nubi cumulonembi, dalle quali scaturiscono rovesci di pioggia, spesso a carattere temporalesco e di forte intensità. Nel corso della giornata del 25 Giugno, una massa d’aria caldo-umida proveniente dal Nord Africa ha alimentato le correnti ascensionali interne ai cumulonembi nati in seguito al riscaldamento diurno che ha prodotto sacche d’aria calda in risalita all’interno di un profilo atmosferico negativo per via di infiltrazioni d’aria fresca in quota provenienti dal Nord Europa. La situazione è stata alquanto “esplosiva”, i moti convettivi, ossia anche le correnti ascensionali, sono divenute piuttosto violente, da generare chicchi di grandine “quasi notevoli”, che non interessano frequentemente le nostre zone interne: le correnti ascensionali e discensionali notevoli, sono riuscite a sorreggere per un periodo di tempo più lungo del previsto precipitazioni particolarmente pesanti da non reggere alla gravità, cosicché esse salendo e scendendo, si sono aggregate ancora di più con altre, merito l’aria caldo-umida presente nei bassi strati e il calore latente di condensazione, che le ha permesso di raggiungere quote della Troposfera piuttosto elevate, in modo tale che abbiano ripreso subito a ghiacciare, unendosi ad altre gocce sopraffuse e ai cristalli di ghiaccio.
Data la localizzazione dei rovesci temporaleschi di forte intensità che hanno interessato gran parte della Marsica centro-occidentale, nord-orientale e sud-orientale, alcune zone sono state risparmiate dalle grandinate e le correnti discensionali hanno lo stesso trasportato qualche chicco di grandine di dimensioni considerevoli. Nell’immagine, la zona di Caruscino (frazione di Avezzano), colpita solo in parte dalla grandinata. Il granulo di ghiaccio testimonia la natura intense delle correnti ascensionali e discensionali interne alla nube, pare quasi abbia un occhio, poiché il suo contorno trasparente è dovuto all’aggregarsi di goccioline sopraffuse intorno alla sua superficie più solida, così esso, insieme ai suoi compagni, è composto da una superficie più solida e biancastra (una specie di nucleo), mentre il contorno è stato creato dalle altre gocce e germi di ghiaccio che si sono unite all’interno del nucleo di condensazione, cadendo sotto forma di pioggia e grandine e provocando danni alle colture agricole e a persone e cose.
Riccardo Cicchetti