Avezzano, Cagliari e Genova fanno squadra per acquisire forza nella vertenza Vesuvius. Tutti i siti italiani del Vulcano sono in stato di agitazione con il blocco delle prestazioni straordinarie fino all’incontro tra le parti del 15 luglio al Mise. Il precedente rendez-vous del 27 giugno ha lasciato sindacati e lavoratori da una parte e proprietà dall’altra. Ognuno rimasto ben saldo sulle proprie posizioni.
La novità assoluta è che i tre siti Vesuvius in Italia, quello di Avezzano, quello della Sardegna e quello della Liguria hanno deciso di dar vita a una vera e propria “Vertenza Vesuvius Italia” per portare avanti una battaglia che adesso riguarda Avezzano ma che in futuro potrebbe estendersi. Infatti i sindacati Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil insieme a tutte le Rsu di stabilimento chiedono che i responsabili aziendali ai più alti livelli «si palesino e si rendano disponibili a discutere. A questo scopo chiedono a Governo e in particolare al Ministro dello Sviluppo Economico di affrontare l’insieme dei problemi della Vesuvius Italia coinvolgendo le Istituzioni Regionali e Territoriali interessate». Un’unione di persone e di intenti perché «a tutte le nostre legittime richieste, l’azienda ha opposto ancora una volta la richiesta di ulteriore tempo per rispondere. Questo è un atteggiamento che non può essere accettato. I lavoratori e le organizzazioni sindacali hanno il diritto di sapere quali sono i problemi e come l’azienda pensa di affrontarli. Devono essere messi nelle condizioni di poter dire la loro, in realtà i continui rinvii non sembrano finalizzati all’apertura di un confronto ma all’annuncio di scelte e atti unilaterali dell’impresa. Neppure la durissima iniziativa di lotta messa in atto dai lavoratori di Avezzano ha fin qui modificato l’atteggiamento di chiusura e di rinvio dell’azienda. Oggi possiamo dire con convinzione che purtroppo a essere in discussione è la presenza stessa della Vesuvius in Italia».
Le nubi nere all’orizzonte sul futuro della Vesuvius rimangono ma questo già si sapeva. Adesso però gli 83 di Avezzano, il centinaio di Cagliari e perfino quelli degli uffici di Genova sono uniti nell’affrontare una prova difficilissima.
Potrebbe sembrare il “Proletari di tutto il mondo unitevi” del Manifesto di Marx ed Engels ma quello era il 1848. Invece adesso siamo con i piedi ben piantati in questo millennio iniziato con la più grave crisi delle certezze lavorative nel mondo occidentale europeo.
Non sappiamo se stare uniti servirà, di sicuro ai “vesuvini” di Avezzano serve già a non sentirsi più troppo soli.
Direttore