ABRUZZO. Non accenna a placarsi il botta e risposta tra Confagricoltura e Centri di ricerca regionali. La palla torna di nuovo al presidente della confederazione degli agricoltori, Concezio Gasbarro, che attacca: «Scopriamo con sorpresa che Crab, Cotir e Crivea ora hanno anche il tempo di esercitare il ruolo di censori e per lesa maestà quello di vietare al legittimo rappresentante della Confagricoltura il libero esercizio della critica, espressa non in una dialettica degli opposti ma in quella dei distinti».
«Il presidente di Confagricoltura ha idee ben chiare sul futuro dei centri di ricerca» prosegue Gasbarro «e non da ora le ha rappresentate alla politica proprio per consentire al mondo agricolo di aver quel valido supporto che oggi non hanno, al di là della facile e mai dimostrata auto promozione referenziale».
«Confagricoltura» fanno sapere dall’associazione di categoria «non ha interesse né pretese alcune e se le nostre imprese sono costrette a rivolgersi all’esterno la causa insiste nel mancato riscontro a livello locale, e la soddisfazione di un legittimo bisogno non è né propaganda demagogica né atteggiamento populista ma convinzione sufficiente ad agire che forse manca al sistema dei centri di ricerca privi di ogni spinta motivazionale». «Ma forse le nostre soluzioni di autogestione» aggiungono «non sono molto apprezzate da chi ha scambiato le attività di ricerca e sperimentazione cui aggiungere quelle di consulenza e formazione, con la semplice appartenenza a enti controllati dalla regione che deve farsi carico di ogni esigenza con i soldi dei contribuenti. Vogliamo ricordare a questi sedicenti ricercatori che il tempo in cui il salario era definito una variabile indipendente da quello che si fa e si produce è finito sebbene larghe fette di politici di tutti gli schieramenti sono follemente portati a pubblicizzare tutto l’armamentario creato in questi ultimi 30 anni nella nostra regione a partire da Abruzzo Engineering, Ciapi, Arit, Ara, Consorzi di Bonifica ecc.».
Redazione Avezzano Informa