La famiglia di Eolo Serafini, il 74enne morto nel 2009 dopo un intervento chirurgico, interviene a proposito dell’assoluzione in Appello per i tre medici:
«Non è assolutamente vero che la Corte d’Appello di Campobasso abbia assolto i dottori Loreto Scipioni e Luigi Tibaldi perché agirono in modo corretto e professionale, senza commettere errori. In riforma della sentenza di primo grado che li aveva assolti perché il fatto non sussiste, i medici sono stati assolti perché il fatto non costituisce reato e, tra l’altro, in base a norma che non esclude la colpa, ma ritiene non sufficientemente provata l’ipotesi accusatoria, ovvero la precedente formulazione per insufficienza di prove. Quindi il fatto sussiste, è stato commesso dai chirurghi, tanto che la anestesista Gianna Agnese Mosca è stata assolta con formula piena per non aver commesso il fatto, che qualcun altro ha commesso.
Attendiamo il deposito delle motivazioni, ma sottolineiamo che in secondo grado è stata espletata una perizia che ha concluso per la responsabilità chiarissima del dottor Scipioni, con l’affermazione che la lesione provocata nell’addome del compianto Eolo Serafini è certamente imputabile a manovre chirurgiche e da tale lesione si è determinato lo stato infettivo dal quale è conseguita la morte, mentre lo stesso perito nella relazione e, poi, nell’esame davanti alla Corte abbia affermato come la lesione iatrogena intestinale rappresenti il primum movens del cascame di processi patologici (sepsi ed insufficienza). A fronte di tali emergenze istruttorie il procuratore generale ha concluso chiedendo due anni di reclusione per Scipioni e Tibaldi».
Redazione AvezzanoInforma