I consiglieri comunali di Avezzano, Alessandro Barbonetti, Alberto Lamorgese e Vincenzo Pissino Gallese, insieme al coordinatore di Partecipazione Popolare, Sandro Stirpe, tornano sui nodi irrisolti del Consorzio Acquedottistico Marsicano.
Avevano posto cinque domande al sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, e, visto che il primo cittadino non ha risposto, il Coordinamento di Partecipazione Popolare ha inviato una lettera al Prefetto:
«Nonostante i numerosi solleciti scritti, il Sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio ha ritenuto di non rispondere alle cinque domande sul Cam formulate dai sottoscritti Consiglieri comunali di Partecipazione Popolare Alessandro Barbonetti, Alberto Lamorgese e Vincenzo Pissino Gallese.
La questione Le è nota, dato che nell'autunno del 2015 Le inviammo, per Sua opportuna conoscenza, le suddette cinque domande riprodotte per Sua comodità in calce alla presente missiva.
Un Sindaco che si rifiuta reiteratamente di rispondere a questioni attinenti la cosa pubblica, ci permettiamo di osservare, è un uomo in fuga dal suo ruolo e dalle sue responsabilità di primo cittadino, e lo stato di degrado economico e civile della città di Avezzano lo sta purtroppo a dimostrare. E' ormai un anno che tentiamo inutilmente di esercitare il nostro diritto/dovere all’informazione sulla delicatissima situazione del Cam, ma il Sindaco, che è pure Presidente del Comitato di Sorveglianza del Cam, non ha ritenuto di informare né noi, né tantomeno i cittadini sulla reale situazione del Consorzio Acquedottistico Marsicano (Consorzio Amministrato Male). Il Cam continua ad accumulare debiti su debiti, come dimostrano i drammatici dati del bilancio 2014 e come dimostra il Progetto di bilancio 2015, ed i cittadini di Avezzano corrono il serio rischio di essere chiamati a pagare di tasca propria i debiti del Cam. Una gestione della sorveglianza, in particolare, che si è dimostrata del tutto inadeguata e non in grado di risanare la società, nei fatti poco tecnica e certamente molto politica.
Il disastro del Cam è certificato dai numeri, ed i numeri sono numeri, ecco perché il Sindaco fugge e non risponde alle legittime domande dei sottoscritti Consiglieri: non sa che cosa dire, dato che l’autocritica così come la trasparenza non rientra nelle corde del suo carattere, incline ad una gestione della cosa pubblica non già autorevole bensì autoritaria.
Mentre il Cam sprofonda, il Sindaco continua a giocare sulla pelle dei cittadini, utilizzando il Cam come strumento di gestione della sua piccola politica.
Ora basta, Sig. Prefetto, noi siamo eletti dal popolo ed al popolo dovremo rispondere. Non siamo disponibili ad essere presi in giro dal Sindaco, non ci stiamo ad assistere inerti al dissanguamento dei nostri concittadini, già vessati da una tassazione locale inaccettabile in confronto ai servizi resi dal Comune.
Se il Sindaco si rifiuta di dare conto della sua inerzia e dei suoi gravi errori sul Cam agli eletti dal popolo, dovrà quantomeno rispondere a SE, Prefetto dell’Aquila. Le chiediamo per la seconda volta, evidentemente stanchi delle basse tattiche elusive messe in atto dal Sindaco, di intervenire e fare finalmente chiarezza sui conti fallimentari del Cam, soprattutto per il concreto rischio che da essi può derivare sia per le tasche dei cittadini che per le già esangui casse comunali di Avezzano.
Allegato: Le cinque domande sul Cam dei consiglieri di Partecipazione Popolare (16 settembre 2015)
Prima domanda: cosa ha fatto il Sindaco di Avezzano, per risanare i conti fallimentari del CAM?? Precisiamo che il sindaco Di Pangrazio riveste, dal 5.2.2014, anche la carica di Presidente del Consiglio di Sorveglianza del CAM con importanti compiti ispettivi, di indirizzo e di controllo di gestione, nonché l’esercizio di poteri sostitutivi, puntualmente declinati dall’Art.33 dello Statuto del CAM stesso;
Seconda domanda: perché gli Organi del CAM (Gestione e Sorveglianza) non hanno tempestivamente attuato la delibera assembleare dei soci del dicembre 2014 che prevedeva l’abolizione del sistema dualistico ed il ritorno al sistema tradizionale, con un risparmio di notevole sui costi di gestione e snellimento della governance???
Terza domanda: Come è intervenuto il Sindaco Presidente della Sorveglianza per correggere le misure messe sinora in atto dal Consiglio di gestione, che si sono dimostrate del tutto inadeguate ai fini del contenimento dell’insostenibile debito sociale, tant’è che nel bilancio 2014 viene rappresentata la fallimentare situazione ricordata???
Quarta domanda: Cosa pensa di fare il Sindaco/Presidente a fronte di probabili atti esecutivi da parte dei creditori, per cui il CAM diverrà una grave fonte di rischio per i conti dei soci, soprattutto per il Comune di Avezzano che è il maggior socio???
Quinta domanda: E’ consapevole il Sindaco/Presidente che saranno inevitabilmente i soci a dover pagare i debiti (ex art.2497 c.c.), mediante un’operazione di ricapitalizzazione del CAM? Operazione ormai obbligata, come pure ventilato nel deliberato di Consiglio comunale n.38/2015. Una tale operazione, oltre a dissestare i conti del Comune, espone gli Amministratori del CAM e la Sorveglianza a profili di responsabilità personale, penale ed erariale, per reiterato omesso controllo.
La situazione del CAM è semplicemente drammatica, altro che le chiacchiere sul risanamento in corso! I numeri parlano chiaro:
a) il CAM, al 31.12.2013, certificava debiti per 71.855.155 euro, in forte crescita rispetto al 2011 (51.266.430 euro) e parimenti una situazione esplosiva dei crediti (attivo circolante) attestati a 42.613.988 euro (34.682.232 euro nel 2011);
b) il Bilancio 2014 (approvato dall’Assemblea del 5.8.2015) manifesta, in tutta evidenza, l’ulteriore peggioramento della situazione con i debiti che hanno raggiunto al 31.12.2014 la cifra astronomica di 80.897.118 euro;
c) i costi della produzione sono aumentati del 22% rispetto al 2013, passando da 19.647.997 euro a 24.318.423 euro;
d) tutti gli indicatori di bilancio segnalano una situazione di assoluta criticità ed in peggioramento rispetto agli esercizi precedenti,
e) il valore della produzione è stabile (circa 20mln di euro) e non è in grado di generare flussi di cassa tali da avviare il risanamento aziendale per via dell’abbattimento del debito consolidato;
f) la società è stata classificata nel 2013 come “cattivo pagatore” e ciò la costringe ad acquistare l’energia elettrica sul mercato di salvaguardia, con incremento smisurato dei relativi costi (passato dai 6,9 milioni di euro del 2013 ai 10,0 mln di euro del 2014);
g) nel 2014, il Consorzio è stato oggetto di decine di decreti ingiuntivi, e se non fallisce è solo grazie alla sentenza del Tribunale di Avezzano che segue la linea giurisprudenziale della non fallibilità delle società pubbliche gestori di servizi essenziali».
Redazione AvezzanoInforma