SAN BENEDETTO DEI MARSI. Le fusioni dei comuni con meno di 5 mila abitanti, questo il tema della conferenza che si è tenuta a San Benedetto dei Marsi e alla quale hanno partecipato in qualità di relatori Renata Scurci, Antonello Santilli, Alessio Di Pascasio e Fabrizio Domenico Cerasa.
Al centro del dibattito, moderato da Arnaldo Santilli, la proposta di legge sulle fusioni obbligatorie e la legge regionale, recentemente emanata, che prevede la fusione volontaria. La proposta di legge si trova, nel suo iter di approvazione, in commissione affari costituzionali della Camera dei Deputati, a quanto appreso dall’Anpci, associazione nazionale dei piccoli Comuni Italiani. Se la legge venisse approvata si passerebbe dagli attuali 8003 comuni italiani a 2350 circa, una soppressione del 70%. Per quanto riguarda la Marsica si passerebbe da 37 comuni a 11, mentre per la Marsica est, ex Valle del Giovenco, da 10 municipi si scenderebbe a 2.
Dalla conferenza è emersa, come prima ipotesi, la possibile costituzione di un unico comune per la Marsica est che avrebbe una vastissima estensione territoriale di circa 415 kmq, una popolazione di circa 18362 abitanti, con una bassa densità abitativa, dislocati in tanti piccoli centri urbani molto distanti tra di loro. Queste condizioni annullerebbero il vantaggio economico derivante dalla fusione.
«È evidente che questa proposta non è ottimale» commenta Cerasa «se i dati li paragoniamo ad Avezzano che ha una popolazione di circa 41000 abitanti a fronte di soli 104kmq di territorio e a Pescara che ha 117000 abitanti e un’estensione di soli 35kmq, tanto per citare alcune realtà importanti d’Abruzzo».
La seconda ipotesi prevede la costituzione di due municipalità, una composta dai comuni di San Benedetto dei Marsi, Ortucchio, Gioia dei Marsi e Lecce nei Marsi, che avrebbe circa 9460 abitanti e un’estensione territoriale di circa 180kmq, e l’altra costituita da Pescina, Collarmele, Cerchio e Aielli, che avrebbe circa 8137 abitanti e un territorio di circa 130kmq.
C’è poi anche la possibilità che si formi un comune ricadente nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise composto da Ortona dei Marsi, Bisegna, Pescasseroli, Opi, Villavallelonga e Collelongo.
La relazione storica della professoressa Scurci ha ricordato la storia di San Benedetto dei Marsi, da capoluogo del popolo Marso a Marruvium, centro di primaria importanza nel periodo dell’Impero Romano, a sede della prima Diocesi dei Marsi e, in più, luogo natale di Papa Bonifacio IV e Sabina Santilli, fondatrice della Lega del Filo d’Oro.
«La soluzione che salvaguarda maggiormente gli interessi del comune di San Benedetto dei Marsi» afferma il consigliere comunale Cerasa «è evidentemente quella dell’unione con Ortucchio, Gioia dei Marsi e Lecce nei Marsi in quanto le economie dei quattro comuni sono in gran parte simili e convergenti. Si otterrebbe inoltre un comune con quasi 10000 abitanti, il più popoloso della Marsica est».
La relazione dell’avvocato Santilli ha infine evidenziato che la fascia tra 5 mila e 10 mila abitanti è la dimensione ottimale per mantenere un ambiente a misura d’uomo con servizi efficienti e con ottimizzazione dell’uso delle risorse.
Redazione Avezzano Informa