Attualità 10:45

Estrarre proteine da vegetali di scarto: gli studenti del “Majorana” alla notte europea dei ricercatori

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L’AQUILA. Anche alcuni studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore “E. Majorana” all’importante evento promosso dalla Commissione Europea, che vede tra i numerosi partner ufficiali l’Università degli Studi dell’Aquila, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, il Gran Sasso Science Institute e l’INGV.

 

Gli alunni della classe IV H, coordinati dalla professoressa Paola Pascale, hanno infatti partecipato a Sharper, la notte europea dei ricercatori, una manifestazione che, in Italia, si organizza in sole cinque città, tra cui L’Aquila, con la finalità di consolidare il dialogo, lo scambio e la conoscenza reciproca tra cittadini e ricercatori attraverso iniziative coinvolgenti con l’obiettivo di creare un legame forte tra giovani studenti appassionati di scienza che desiderano conoscere il mondo della ricerca come possibile percorso professionale.

 

In questa occasione la parte da protagonista dei giovani ricercatori è stata svolta con notevole perizia anche dagli studenti del Majorana che, selezionati dall’organizzazione attraverso un concorso, hanno allestito un apposito stand e, per l’intera giornata, hanno presentato il loro progetto “Fino all’ultima foglia” nel Dipartimento di Scienze Umane.

 

«Abbiamo partecipato all’evento sentendoci anche noi ricercatori» hanno dichiarato gli studenti coinvolti «a partire dalla vocazione prettamente agricola del nostro territorio e dalla passione per la chimica che orienta il nostro percorso scolastico, abbiamo voluto realizzare un’attività laboratoriale finalizzata a dimostrare la possibilità di estrarre proteine da vegetali di scarto in forma facilmente conservabile. Sapendo di aver superato il concorso ricercatori per un giorno, fin dai primi giorni di scuola ci siamo messi al lavoro guidati e coordinati dalla professoressa Pascale approntando un protocollo di estrazione delle proteine dalle foglie di carota. In alternativa alla tendenza attuale della ricerca che prevede nell’estrazione delle proteine l’uso di temperature molto basse (fino a -20°C) abbiamo sperimentato un altro metodo, apparentemente più semplice, ma che potrebbe permettere la realizzazione di impianti di estrazione a costi più contenuti».

 

Notevole l’interesse suscitato nei visitatori, gli alunni, infatti, hanno ricevuto i complimenti degli esperti del settore e da rappresentanti del mondo accademico. «In un mondo sempre più proiettato verso il consumismo più smodato» hanno infine commentato gli studenti «lavorare per questo progetto è stata anche un’occasione per riflettere: l’uomo attinge dalla terra tutto ciò di cui ha bisogno e poiché il nostro pianeta deve nutrire tutta l’umanità sarebbe opportuno limitare tutti gli sprechi e ricavare da ogni risorsa prelevata tutto il possibile prima di farla diventare rifiuto».

 

Redazione Avezzano Informa