Esattamente a una distanza di tempo sempre più prossima, tutti ci staremo sicuramente domandando come potrebbe essere la stagione invernale. Ebbene, i fattori che giovano molto nello stilare le ipotesi su come potrebbe evolvere la stagione fredda sono molteplici. Secondo queste supposizioni potrebbe essere un tardo Autunno in parte mite/anticiclonico e nebbioso, solo a tratti piovoso e freddo, merito sia delle perturbazioni atlantiche che delle fredde correnti nord-orientali. Ci aspetta invece un Inverno che potrebbe essere in parte consenziente nel rispettare le sue caratteristiche, attraverso sia un rinforzo del flusso umido/temperato atlantico che mediante una propensione alle irruzioni d’aria fredda provenienti dall’area balcanica.
Tornando all’analisi, tra i più importanti fattori, gioverebbero l’innevamento del territorio euro-asiatico, in particolar modo l’area russo-siberiana, ma anche e soprattutto le anomalie dell’Atlantico settentrionale, le temperature delle acque superficiali del Pacifico sud-orientale (La Niña e El Niño) che, come abbiamo detto, sono in grado di influenzare, seppur in misura minore, anche la circolazione atmosferica nel nostro emisfero e non solo nell’emisfero meridionale o australe. Per poter individuare un’ipotesi a lungo termine, si fa riferimento anche ad episodi avuti negli ultimi periodi tardo-autunnali e in Inverno, allo studio della pressione atmosferica a più ampia scala, nonché all’intensità del Vortice Polare, ossia l’ampia depressione in quota che regola le masse d’aria gelida nel periodo autunnale/invernale/primaverile, le quali ruotano intorno ad esso (Circolo Polare Artico).
Se il Vortice Polare è particolarmente intenso, soprattutto in questo periodo dell’anno, allora quasi sempre vuol dire che c’è minore propensione delle aree di alta pressione o anticicloniche permanenti nell’elevarsi verso più alte latitudini e, di conseguenza, facendo l’esempio del nostro emisfero boreale e del comparto europeo, c’è un rinforzo della depressione islandese e delle alte pressioni Subtropicali, esattamente come accadde lo scorso anno, quando, ad esempio, il mese di Dicembre, si dimostrò scarsamente perturbato e privo di anticipazioni. In questo modo, proprio come una fenomenologia a catena, l’innevamento dell’Europa orientale e dell’area geografica russo-siberiana, risultava mancante e con scarse probabilità che potesse essersi generato, in futuro, il cosiddetto Anticiclone Russo-Siberiano o che le irruzioni d’aria gelida dall’Artico avessero interessato frequentemente il nostro comparto euro-asiatico, dunque Vortice Polare particolarmente intenso (tutti questi fattori racchiusi nell’indice tele-connettivo chiamato OPI (October Pattern Index).
In effetti, come dicevamo, la situazione futura che ci permette di analizzare la complessità che può esserci nel lungo termine, si trova proprio all’interno delle osservazioni abbracciate da questo indice. I continui anticicloni di blocco poco presenti sull’Atlantico ove andavano ad agire depressioni strettamente annesse al Vortice d’Islanda, facevano sì che le masse d’aria gelida di origine artica interessassero in maniera minore l’Europa orientale, la Russia e il Mediterraneo e si dirigessero verso il Canada e gli Stati Uniti nord-orientali. L’instaurarsi di un promontorio in quota di matrice Subtropicale dal Nord Africa fino al Nord Europa, proteggendo anche la nostra penisola, a volte permise alle masse d’aria gelida di raggiungere territori geografici il cui sistema climatico non prevede ondate di freddo e nevicate, quali ad esempio l’Africa orientale e il Medio Oriente, qui si sono avute nevicate fino ai confini del deserto.
Ci dobbiamo dunque aspettare una tendenza ampiamente differente rispetto allo scorso anno: quest’anno abbiamo un Vortice Polare ampiamente disturbato, ossia più debole rispetto alla stagione passata, ciò sta determinando un ulteriore raffreddamento del settore euro-asiatico, dunque anche del territorio russo-siberiano, con maggiori probabilità che tale debolezza della depressione polare possa provocare un buon innevamento della Siberia e della Russia Europea, nonché dell’Europa orientale. L’Inverno potrebbe dunque essere caratterizzato da rimonte anticicloniche verso nord/nord-ovest molto più frequenti, tra queste vi è anche l’Anticiclone delle Azzorre, grande smistatore d’aria fredda di origine artica verso le nostre medie latitudini. In questo modo, già dal periodo tardo-autunnale, ossia verso il mese di Novembre e durante esso stesso, le masse d’aria fredda, specie di origine artico-marittima, potrebbero coinvolgere i Balcani e dominare anche la nostra penisola. Orbene, potremmo avere anche a che fare con le anomalie dell’Atlantico settentrionale, che permetterebbero continui abbassamenti di latitudine della depressione islandese e un aumento di probabilità che, le correnti umide, instabili e temperate di origine atlantica, possano portare fasi miti e piovose sul Mediterraneo, prima che la circolazione a bilancia si sia smorzata, poiché, un abbassamento delle depressioni fino al Portogallo e alla Penisola Iberica e su gran parte dell’Atlantico centro-settentrionale, determinerebbero il rinforzo di un Anticiclone Subtropicale sulla nostra penisola, con il conseguenziale richiamo dei venti molto miti e umidi di Scirocco, i quali darebbero luogo a giornate anche molto miti o addirittura moderatamente calde per il periodo autunnale.
Esse si presenterebbero molto velocemente e sarebbero successivamente predominate dalle più fresche e instabili correnti atlantiche, che spintonerebbero le perturbazioni atlantiche verso il nostro stivale e il resto del bacino del Mediterraneo. Per quanto concerne “La Niña”, essa è in deciso decadimento e si sta per confermare una fase di neutralità, fattori che non andranno ad influenzare il tempo atmosferico sul nostro comparto europeo. Tuttavia, parliamo solo di supposizioni e perciò vi invito a prendere queste analisi con le pinze e con le rispettive cautele.
Riccardo Cicchetti