AIELLI. Avviato, in Regione, l’iter per la valutazione di assoggettabilità un impianto di trattamento rifiuti che dovrebbe gestire 84 mila tonnellate all’anno di rifiuti, dai fanghi di dragaggio ai rifiuti solidi provenienti dalle bonifiche.
A porre l’attenzione sull’iniziativa, presentata dalla Società Ekorec, il Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua e il Martello del Fucino che rivelano che il sito dovrebbe sorgere nel comune di Aielli, anche se sostanzialmente sarebbe a metà strada tra il paese e Celano. «Come si può leggere testualmente nella relazione progettuale» spiegano dalle due associazioni «l’intervento in progetto occuperà una porzione di un sito produttivo esistente su cui già opera la ditta Lino Mascitti e Figli, in particolare l’attività in progetto gestirà il piazzale esterno (zona pesa e parcheggio) in comune con la ditta Mascitti, il piazzale esterno nell’area impianto di 2580 mq, il capannone industriale di 1060 mq, i locali degli uffici e le aree parcheggio in comune con la stessa ditta».
«Da questi rifiuti» aggiungono poi «la società intende derivare, attraverso il lavaggio con acqua, prodotti da riutilizzare. In realtà una parte consistente rimarrà rifiuto da smaltire in altri siti che però non appaiono indicati negli elaborati progettuali depositati. Si produrranno anche alcune decine di tonnellate all’anno di rifiuti pericolosi che dovranno anch'essi essere smaltiti in altro luogo».
«Da una prima lettura della documentazione» argomentano dal Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua e dal Martello del Fucino «appare carente sotto molteplici aspetti: dalla composizione esatta dei rifiuti prodotti, ad esempio di quali sostanze pericolose parliamo esattamente, alla modalità di smaltimento delle acque che cadono nel piazzale dove vengono movimentati i rifiuti in arrivo con la possibilità, prevista nel progetto, di scaricare parte delle acque di pioggia direttamente nella pubblica fognatura e nelle canalette stradali, come si può leggere nella relazione depositata “le acque meteoriche saranno gestite tramite la rete di raccolta e successivo trattamento delle acque di prima pioggia che verranno in parte riutilizzate nel processo di trattamento dei rifiuti e in parte recapitate in pubblica fognatura a seconda delle esigenze di processo; la parte eccedente la prima pioggia sarà recapitata in canaletta stradale”. Il substrato è, secondo la ditta stessa, mediamente permeabile e al di sotto del capannone vi è una falda acquifera a circa 30 metri di profondità. Inoltre, a poche decine di metri dall’area in questione, risulta localizzata una zona di frana che andrebbe indagata in maniera più approfondita, data la vicinanza al sito produttivo».
«Appare poi inopportuna» proseguono «la commistione con altre attività produttive che dovrebbero essere del tutto separate e chiaramente riconoscibili, anche ai fini dei controlli e delle responsabilità in caso di problemi con l’impianto».
I cittadini, gli enti e le associazioni hanno tempo fino al 10 novembre per depositare in Regione osservazioni al progetto. Tutta la documentazione è scaricabile all’indirizzo: http://www.ambiente.regione.abruzzo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1181:progetto-di-un-impianto-di-trattamento-rifiuti-speciali-e-urbani-non-pericolosi-con-operazioni-di-messa-in-riserva-r13-scambio-di-rifiuti-r12-e-recupero-di-inerti-r5&catid=5:procedura-va&Itemid=3.
Le due organizzazioni, vista la consistenza del progetto, ritengano debba essere sottoposto a una valutazione di impatto ambientale completa. (Mc.dB.)