CANISTRO. Prosegue la protesta degli operai della Santa Croce che non abbandonano gli spazi antistanti lo stabilimento di Canistro per impedire all’imprenditore Camillo Colella, a cui è stata revocata la concessione delle acque, di portare via le materie prime dell’azienda.
A mediare la trattativa tra gli operai e l’ingegnere, i rappresentanti delle forze dell’ordine: Paolo Gennaccaro, dirigente del Commissariato di Avezzano, e il Capitano Edoardo Commandè, comandante della Compagnia di Tagliacozzo.
La richiesta degli operai della Santa Croce è chiara: vogliono avere quanto manca dallo stipendio di settembre e, soprattutto, i circa 30 mesi di arretrati dell’Alifond che, come ha sottolineato il segretario provinciale della Flai-Cgil, Marcello Pagliaroli, è la somma più cospicua che ammonta intorno ai 250mila euro. Solo quando otterranno quanto spetta loro, gli operai permetteranno all’imprenditore di far uscire dallo stabilimento le materie prime.
Colella, arrivato nel primo pomeriggio a Canistro a bordo del suo elicottero, non ha preso parte ad un tavolo di trattative fissato nella mattinata e, ha fatto sapere tramite Gennaccaro, con molta probabilità non si presenterà neanche all’incontro in programma all’Aquila in tarda serata. A questa nuova riunione parteciperanno invece sindacati, Rsu, rappresentanti della politica regionale e comunale. Gli stessi politici che invece, a quanto lamentano gli operai, non hanno fatto sentire la loro vicinanza alla protesta dei dipendenti della Santa Croce. «I lavoratori dovrebbero essere tutti uguali» ha affermato uno di loro «eppure qui non si è visto un politico. Dove sono tutti quei rappresentanti delle istituzioni che quando hanno protestato altri operai marsicani hanno, giustamente, preso parte alle manifestazioni?». «C’è stato un tempo in cui la Santa Croce era una vacca da mungere» racconta uno dei dipendenti più anziani «ora che è diventata un vitello da accudire e allattare ci hanno lasciato soli».
«Noi non chiediamo nulla che non ci spetti» spiega Francesco Sabatini, rappresentante Rsu «e invece ci ritroviamo a contrattare una parte del nostro stipendio che ancora non ci viene versata. Non pretendiamo incentivi o premi di produzione, vogliamo solo quanto ci deve essere dato di diritto».
La protesta dei 74 dipendenti, molti dei quali temono che Colella voglia portare il marchio Santa Croce in Molise, dovrebbe durare fino a sabato, ma gli operai hanno già avvertito le forze dell’ordine, abbondantemente dispiegate all’ingresso del paese, che le loro manifestazioni proseguiranno finché non si troverà un accordo e riusciranno così ad avere quanto spetta loro.
Maria Caterina De Blasis