Il 4 novembre è morto Serafino Petricone lasciandosi dietro un silenzio assordante, un vuoto difficile da riempire, un'eredità importante e impegnativa.
Due volte Presidente della Provincia dell'Aquila, Consigliere regionale, Direttore della ASL, Funzionario di Coldiretti, Consigliere dell'Istituzione Sinfonica Abruzzese, Petricone lascia un'impronta indelebile nelle Istituzioni che ha guidato e un ricordo profondo in chiunque lo abbia conosciuto.
Nacque ad Avezzano, dove trascorse metà della propria vita diplomandosi al Liceo Classico Torlonia per poi laurearsi a Roma in Giurisprudenza nel lontano 1958 tra le difficoltà, le paure e le incertezze di quegli anni e si trasferì successivamente all'Aquila.
È stato un uomo di grande cultura e di profonda fede, un uomo che ha scritto con forza e pacatezza un pezzo importante della politica e della cultura abruzzese.
Garantì un corretto sistema di accesso ai primariati nella ASL, fu grande promotore e sostenitore delle iniziative e Istituzioni culturali e musicali e nel 1982 fu tra i fondatori dell'Università della terza età.
Fu un Presidente amato e rispettato, un uomo che perse la voce senza mai alzarla per cercare di perpetrare valori e principi come l'onestà, il rispetto per le Istituzioni e l'amore per la Patria, principi di cui fece uno stile di vita da preservare e tramandare. Un uomo semplice, piccolo e grande, nascosto tra le pieghe della storia di cui scrisse la parte più bella e più fiera.
Questo Paese perde uno degli ultimi galantuomini, un uomo giusto, una persona perbene.
E chissà, forse non è un caso che Serafino Petricone si sia spento proprio la mattina del 4 novembre, giorno in cui si festeggia l'Unità Nazionale.
Giorno in cui si ricordano il sacrificio e l'amor di patria, valori profondi, eredità preziose, principi che oggi sembrano appannati e lontani , appartenuti a uomini e tempi figli e forse ultimi testimoni del coraggio e dell'onore.
Ciao Presidente.
F. Di Fabio