L’abituazione è una risposta comportamentale che si osserva in molte specie animali, compreso l’orso. Si tratta di un processo che provoca nel tempo una graduale riduzione di una risposta a un determinato stimolo perché l’animale impara che non ci sono conseguenze. L’abituazione è un processo complesso che può essere causato da molti fattori diversi (età, sesso, indole dell’animale, gerarchia sociale, fluttuazione delle fonti di cibo naturali). La normale risposta di un orso alla presenza dell’uomo è l’allontanamento. Quando camminiamo in un bosco o in montagna è difficile vedere da vicino un orso, perché in genere questi animali si allontanano quando sentono una persona avvicinarsi a loro.
Se un orso, in particolare un animale giovane e quindi “inesperto” è esposto ripetutamente alla presenza ravvicinata dell’uomo in situazioni neutrali (ad esempio persone che lo osservano o fotografano da breve distanza) può sviluppare un’abituazione nei confronti dell’uomo, che lo porta ad essere “confidente”. Tuttavia, l’abituazione dell’orso alla presenza dell’uomo non si traduce necessariamente nel fatto che l’animale non subisca uno stress. Come dimostrano diversi studi, anche se l’animale confidente non risponde apertamente alla presenza dell’uomo, questo non vuol dire che non sviluppi una reazione interna, quale un aumento del battito cardiaco che comporta stress e consumo energetico. Inoltre un animale confidente è più facilmente soggetto a rischi (uccisioni illegali o morte accidentale).
L’orsa Giacomina, ad esempio, ha sviluppato un comportamento confidente: sono frequenti infatti le sue passeggiate alla ricerca di frutta a Civitella Alfedena. La strategia del PNALM è quella di contrastare questo comportamento, seguendo le indicazioni fornite dalla letteratura scientifica esistente e sulla base delle esperienze pregresse. In questi mesi il Parco ha tentato di limitare la disponibilità di fonti di cibo antropiche attraverso il coinvolgimento delle popolazioni nel proteggere i propri orti e frutteti; presso un frutteto sono state rimosse le mele a terra e fornite alcune recinzioni elettrificate.
Per cercare di far associare a Giacomina la presenza ravvicinata dell’uomo a un pericolo da cui allontanarsi sono stati effettuati interventi di dissuasione con proiettili di gomma e comportamenti di dominanza. In questo momento Giacomina è tornata in montagna, ma si trova in una zona molto frequentata dagli escursionisti. L’orsa è in una fase delicata in cui ha bisogno di limitare al minimo il contatto con l’uomo anche per non vanificare gli interventi effettuati. Per questo motivo il PNALM ha deciso di intraprendere un’azione forte chiudendo il sentiero F10 di accesso alla zona. Perché la strategia del Parco funzioni, però, c’è bisogno della collaborazione di tutti.
Redazione AvezzanoInforma
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