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Caso Tribunale di Avezzano, Marcangeli: “La salvezza solo dalla Regione”

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AVEZZANO – Tribunale di Avezzano a concreto rischio chiusura, il dibattito sorto su queste colonne si arricchisce dell’intervento dell’avvocato Giovanni Marcangeli, noto penalista e civilista marsicano, ex Sindaco di Carsoli ed ex Presidente della Asl di Avezzano (quando era ancora solo di Avezzano).

 

Marcangeli, sintetizzando quel che riporteremo fedelmente, in sostanza ritiene che solo la lotta unitaria di tutti gli elementi della società marsicana con l’impegno di istituzioni e politici locali, può portare la Regione ad attivare la norma di legge che le permette, accollandosi le spese di gestione delle sedi giudiziarie sopprimende, di salvare i tribunali. Ma prima di ogni altra considerazione, andiamo ad offrire ai nostri lettori la tesi dell’avvocato Giovanni Marcangeli:

 

“Caro Palladini, grazie a te ed agli altri organi di stampa che pongono all’attenzione dei lettori, con grande evidenza ed efficacia, il problema “Tribunale di Avezzano”. Sono convinto che la stampa ha svolto e potrà svolgere un ruolo decisivo in questa tormentata e grave vicenda.

Ho letto con attenzione gli interventi del Presidente Vinci e di Mario Petrella, entrambi connotati dal forte attaccamento al territorio ed alla istituzione del Tribunale di Avezzano, per ragioni storiche, territoriali e di produttività dell’attività giudiziaria.

Le considerazioni nobili e vere di Salvino Vinci sono illuminate e si pongono nel solco di una battaglia che l’avvocatura  regionale e nazionale ha svolto con energia ed anche con pubbliche manifestazioni in difesa dei Tribunali periferici.

Purtroppo però Vinci non tiene conto che la revisione della geografia giudiziaria varata dal Governo Monti è legge, peraltro da tempo attuata in tutto il territorio nazionale tranne che in Abruzzo in relazione ai disagi strutturali del post-terremoto.

Ora i parametri di riferimento non sono più quelli tradizionalmente presi a riferimento dall’avvocatura e dalla amministrazioni locali, ma purtroppo altri che nascono dall’esigenza del risparmio e dalla tendenza all’accentramento (sentiremo presto parlare di una Corte d’Appello non più dell’Aquila bensì di Ancona ed anche dell’accorpamento di altri Tribunali provinciali). Non starò a dire che si tratta di una linea di tendenza sciagurata e smentita dai fatti: non si risparmia, si allontana la giustizia dalla gente, si mortificano le economie di molti territori, vengono accresciute le difficoltà di accesso alla giustizia da parte proprio dei più deboli e dei territori più emarginati, ma siamo costretti ad entrare nell’ottica voluta dal legislatore e nel calcolo delle opportunità residue rimaste.

Il Presidente Franco Colucci – prosegue Marcangeli -  nella sua intervista del giornalista Raschiatore su Il Centro, con la sua solita schiettezza e concretezza ha fatto il punto e ha fornito concrete e aggiornate news.

Io condivido le linee strategiche tracciate da Colucci e da lui esposte (ed approvate) nell’apposita commissione in difesa del Tribunale presieduta da Giancarlo Cantelmi. Proprio per questo ritengo romantica ed utopistica, ma non attuabile l’originale proposta di Mario Petrella, sempre vivace e ricco di idee, di tassare gli avvocati, commercialisti e coloro che lo volessero, per sostenere le spese del Tribunale. Non è realistica l’autogestione proposta e poi per quale durata; a tempo indeterminato?

Le soluzioni pragmaticamente allo stato dell’arte sono soltanto due: o la Regione - e non si tratta di mendicare considerato l’enorme bilancio regionale e la norma che prevede tale facoltà - riuscirà ad assumersi gli oneri del mantenimento di due o più Tribunali o bisognerà attendere, recitando un ruolo da protagonisti, che il Governo ed il Parlamento riducano da 4 a 2 le soppressioni riconoscendo nella potenzialità, produttività e territorialità di Avezzano una delle due sedi prescelte, con o senza l’accordo con Sulmona. Tertium non datur.

Concludo ribadendo l’apprezzamento per la vivacità del dibattito che dimostra come siamo in molti a combattere per il Tribunale, ma chiedendo a tutti i colleghi, ai politici marsicani, agli enti locali ed alla Marsica tutta, di compiere uno sforzo unitario ed unificante di collaborazione e di impegno per un fine indiscutibilmente comune. Siamo nella fase critica e decisiva: non possiamo permetterci – conclude il legale carsolano -  errori né divisioni. Stringiamoci quindi tutti intorno al Presidente ed al Consiglio dell’Ordine che ci rappresentano e che costituiscono il momento aggregante e qualificante per tutti gli avvocati della Marsica nonché gli interlocutori istituzionali dei livelli amministrativi e politici nazionali, regionali e locali.

Maggiore sarà lo spirito unitario intorno agli organi dell’avvocatura, maggiore sarà la rappresentatività che questi avranno verso l’esterno.

Grazie dell’ospitalità e cordiali saluti”.

 

Che occorra unità di intenti e di azione è cosa certa. Quel che servirebbe prima ancora, però, e su questo ci discostiamo dall’avvocato Marcangeli, riguarda il ruolo dei politici marsicani, in primis quelli che in questi cinque anni avrebbero dovuto difendere e sviluppare gli interessi di Avezzano e della Marsica. E dire che, sia a livello di maggioranza che di opposizione, la Marsica era ben rappresentata. Almeno a livello numerico. Le innumerevoli chiusure e declassificazioni subite con l’Amministrazione D’Alfonso/Di Pangrazio(Presidente) e l’esclusione della Marsica dai fondi strutturali, non inducono a ben sperare per la sorte del nostro Palazzo di Giustizia. Al punto che qualcuno, negli ambienti politici marsicani e cittadini, sicuramente per mero gusto della battuta di spirito, in questi giorni ci proponeva di chiedere uno scambio agli amici della vicina Sulmona alla quale cedere tutti e sei i rappresentanti marsicani in cambio del passaggio nella squadra dei Lupi Marsicani del loro Gerosolimo. Ma si sa, come recita l’adagio popolare, che scherzando scherzando si rischia di dire la… verità.

 

Pierluigi Palladini